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lunedì 16 novembre 2015

Bandiere francesi tra le statuine di San Gregorio

San Gregorio Armeno
Fonte: Cristina Zagaria da La Repubblica Napoli 

Napoli - Un mandolino intona le note della Marsigliese. Si spengono le luci. San Gregorio Armeno si ferma. Si ferma la folla. Si fermano i venditori ambulanti, gli artigiani, pulcinella che offre foto a un euro. Si ferma Napoli e si fermano i turisti. Ore 17.40, davanti al sagrato di San Lorenzo Maggiore si inaugura la Fiera di Natale. Niente festa. Ma un minuto di riflessione e solidarietà per sentirsi parte di un'Europa dal 13 novembre più unita, anche se più impaurita. Anche tra le bancarelle dei pastori la Francia è ovunque. Sono bastati due notti e un giorno e la cronaca è diventata arte di cartapesta: bandiere francesi, drappi, coccarde, una torre Eiffel. A San Gregorio Armeno non si cammina. La giornata inizia presto. Alle 9,30 quando scatta il blocco del traffico in città per la "Domenica ecologica (stop alle auto fino alle 13) in via Amerigo Vespucci e nella zona del porto era un unico lungo serpentone di bus turistici. E per tutto il giorno i pullman hanno caricato e scaricato gente. Moltissimi pugliesi, calabresi, ma anche romani e molisani. Un turismo principalmente italiano per questo primo week-end di Natale. La Fiera si apre con la Marsigliese e si chiude con O sole mio. Due canzoni per segnare la vicinanza tra due popoli. Vicinanza che diventa voglia di riscatto nelle parole del sindaco, che torna a parlare di amore e che chiede ai suoi cittadini «rendiamo sempre più aperta e accogliente la nostra città, perché con la violenza non andiamo da nessuna parte». De Magistris dedica questo inizio di Natale «a chi soffre e a chi non molla». «È una barbarie - dice dal piccolo palco padre Alex Zanotelli Noi uomini e donne siamo impazziti e la responsabilità di quello che sta accadendo è di tutti noi. Quello che è avvenuto in questi giorni è di una gravita estrema. E penso alle barbarie avvenute a Parigi come a quelle alla Sanità. Dobbiamo uscire fuori da un sistema che ci sta portando tutti alla morte, morte per fame, per guerra... Stiamo uccidendo il pianeta». Una pausa e padre Zanotelli chiude il suo discorso sferrando un duro attacco al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, tuonando contro la «barba rie del consiglio regionale, che vuole centralizzare e privatizzare la gestione dell'acqua, creando un unico Ato. Io lo chiamo matricidio», conclude padre Zanotelli.

La Fiera di San Gegorio Armeno quest'anno è dedicata proprio all'Acqua bene comune. «Non possono privatizzare l'acqua - dice Michele Casillo dell'Associazione Corpo di Napoli -. Gli artigiani nel loro piccolo vogliono dare il loro contributo a questa grande battaglia». Due grandi striscioni sono stati appesi ai balconi di San Gregorio Armeno, in difesa dell'acqua pubblica e nelle botteghe degli artigiani fanno bella mostra le Fontanelle con cartelli dell'Abc, l'azienda municipalizzata che gestisce il ciclo integrato dell'acqua. Dopo la cerimonia di inaugurazione, Alex Zanotelli benedice una a una le botteghe e il sindaco decide di immergersi nella folla, mangia babà, si fa scattare foto e selfie. «Sindaco ha visto come è bella Napoli con tanta gente. Ne dobbiamo far venire sempre di più», grida un artigiano. «Ci stiamo impegnando» sorride il sindaco. Ma la giornata si chiude con una polemica. Il presidente della Quarta Municipalità Armando Coppola lascia la festa e se ne va. Invece della sobria manifestazione concordata, accusa, tutto si risolve in un megaspot elettorale per de Magistris, mentre Zanotelli ha invitato al sit-in davanti alla Regione.

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