di Filomena Baratto
SECONDA PARTE
Vico Equense - Bernard osserva e diventa nervoso, leggo negli occhi un disagio! Mi dirigo verso la toilette e temo di perdermi e così vestita impiego del tempo prima di arrivare in bagno. Trovo Mariel alle prese col vestito: una spallina completamente slacciata, è successo qualcosa e mi impegno ad aggiustargliela. E' la seconda volta, nella giornata, che mi ringrazia per come la tratto e fortunatamente mastica un po' d'italiano. Ritorniamo in sala e Bernard quando ci vede si tranquillizza. Era questo il motivo per cui accennava a chiamarmi.
Mi viene accanto e mi dice che è stato lui a far cadere la spallina bloccando inavvertitamente il vestito nella poltrona. Mi ringrazia e mi dà un bacio e intanto vedo Jean che insorge accanto a me. Con modi alquanto sbrigativi mi sottrae a loro e mi porta nel parterre a conoscere un regista. Questi mi saluta e mi guarda in modo misterioso come si fa con un dipinto di Leonardo tanto da sentirmi la Gioconda. "E' tutto pronto, Jean! Domani alle 13 alla tour Eiffel c'è la troupe, faremo una sorta di spot!" Ovviamente parla francese e Jean mi traduce. Cerco di oppormi ma non me ne dà la possibilità. Sono tranquilla, ho il mio biglietto di ritorno del treno per Torino, alle ore 16.00 di domani e nessuno mi farà cambiare idea. Li faccio parlare abbondantemente e non mi oppongo, ho deciso, saranno loro ad adeguarsi a me. Intanto si abbassano le luci e noi torniamo ai nostri posti.
La serata riprende all'insegna del ballo e niente al mondo mi distrarrà. Jean mi sussurra qualcosa nell'orecchio ma non ci faccio caso, non riesco a sentire, ma dopo due minuti non lo vedo. Tornerà, penso. Dopo un po' Bernard si siede accanto e resto a fissarlo senza capire. "Jean è andato via per chiamare alla villa per il dopo spettacolo, sarà qui tra un po' e mi ha chiesto di farti compagnia, Mariel è con Antoine, suo fratello!" "Dopo? Cosa ci sarà dopo?" chiedo timidamente, pensando che sono già le 11 e ne avremo ancora per molto! " "Andremo tutti a ballare e poi a cena, compresa Carolina, il regista e Sebastien, il suo compagno!" Il mio viso sarà diventato una smorfia e preoccupato Bernard mi dice:" Tranquilla, farò in modo di tenere a bada le tue scarpe, così da non perderle, ti prometto che non scoccherà il suono della mezzanotte e poi hai sempre chi ti accompagna a casa!" Rido e riprendo a guardare la scena. La serata è magica, io continuo a sognare e niente mi riporterà con i piedi per terra, decido di volare alto! Mi emoziono a guardar Carolina sulle punte...pensare che giocavamo insieme da piccole, ma anche più grandicelle, poi la danza l'ha portata lontano. Riesco a sfilare un fazzoletto per contenere qualche lacrima, non so bene se di gioia o di tristezza e sogno ad occhi aperti. A fine serata usciamo dall'Opera e scendendo la scala favolosa, come un'eroina di altri tempi, chiedo delle foto e non me lo lasciano dire che già mille flash mi immortalano con tutti loro. Verso la mezza siamo alla periferia di Parigi nella villa del regista. Nella taverna a piano terra si sente la musica e si balla, qui al piano ci sono tavoli apparecchiati per la cena. Si scende giù a ballare e prima ancora si beve: assaggi di aperitivi, vini bianchi, liquori, e quant'altro! Mi squilla il telefono e faccio fatica a spiegare tutto, sento solo una voce che mi dice: "Divertiti!" Comincio a bere, piccoli sorsi di una crema di liquore a frutti di bosco. Si balla ed io non resisto né devo aspettare che qualcuno mi inviti, c'è lì Jean che aspetta e comincia a portarmi per la sala danzando. Siamo tutti a ballare sulle note di un lento e poi un altro e un altro ancora...Intanto bevo e poi si sale su a cena. Al tavolo, alla mia destra c'è Bernard con Mariel, alla mia sinistra Jean e poi Carolina e Sebastien. In questa cornice, con persone affidabili, altro che sogno, ho accanto due uomini eccezionali: Jean che stravede per me ed è un vero monsieur, e Bernard che non avrei immaginato così dolce e apprensivo nei miei confronti. Credo che Mariel sia la sua compagna, ma non ne sono sicura, li ho visti così distaccati, invece Sebastien, che ho conosciuto all'Opera, è di una bontà e pazienza infinita con Carolina. Jean mi guarda con ammirazione e continua a parlarmi del provino e non so perché mi vuole attrice. Cerco di fargli capire che devo tornare a casa, che sono lì per Carolina, che non mi interessa il provino e poi il film...Ma niente. Continua a dirmi che vuole che lo faccia, se non altro per cortesia nei suoi confronti e quelli del regista che dice di aver bisogno proprio di me ed io non so che fare. Quando ci siamo incontrati in Italia con Jean, gli ho detto che non era il caso, il mio futuro è la scrittura, l'arte, la musica e non me la sentivo di fare un film, e lui è andato via a malincuore. Ma adesso che sono qui, continua a dirmi che è solo per farlo contento, per dimostrare al regista che l'amica italiana prescelta da lui è la persona adatta per il provino. Veniamo ad un accordo: slittare di un giorno la mia partenza, ma non oltre di un giorno. Ogni tanto il signor Carpenter, Michel sembra sia il suo nome, mi scruta, forse già mi vede sotto i riflettori. Bernard chiede un brindisi per Carolina e per me e alziamo i calici con un bel sorriso stampato sui nostri visi. Anche Carpenter mi viene accanto e mi fa dei complimenti, e il mio rossore del viso si confonde con quello del vestito. "Domani ti voglio acqua e sapone e in bianco, qualsiasi abito, ma bianco, ok?" Come replicare alle sue richieste? Annuisco e deglutisco! E pensare che doveva essere un divertimento e una visita a Carolina. Comincio già ad andare in ansia. Bernard mi guarda e dice che domani ci sarà anche lui, non può permettersi di farmi perdere la carrozza, vuol conoscere Cenerentola in abiti giornalieri, mi ha visto di notte e dice che di notte le donne sono tutte più belle. Ma la verità è a mezzogiorno, vuole vedere se anche sotto il sole sono come adesso. Mi fa ridere e mi dice che il mio dente birbante rende il sorriso ancora più accattivante. Quanti complimenti! Ma chi l'avrebbe detto mai, e poi tutti insieme.
Accidenti, una serata così bella di cui non ricordo il finale... Mi sveglio nella stanza a Rue de Rivoli
e mi chiedo chi mi abbia portato qui, comincio ad avere paura. In giro non c'è nessuno, mi calmo e telefono a casa. Tutto bene, tutto tranquillo, nemmeno una parola sul mistero della serata e come sia finita. Faccio una doccia, indosso dei jeans, una camicia bianca e zeppe, capelli vaporosi e scendo nella hall. Bernard, la mia ombra è in poltrona che mi aspetta: " Spero non me ne vorrai, ti ho messo io a letto alle quattro di questa mattina, sei crollata sul tavolo senza nemmeno finire di cenare!" Oddio...mi ha messo a letto lui? Sono le ore 13, Bernard è ancora in abito Armani, avrà dormito qui e difatti me lo conferma! "Ci aspetta Jean per il provino, ti vedo in forma, andiamo!"
PRIMA PARTE
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