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lunedì 25 gennaio 2016

In Campania il 95% dei cesarei De Luca: basta a questa vergogna

Il servizio sanitario: il maggior numero di interventi si concentra nella nostra regione Il costo per ogni operazione è di 2.500 euro a fronte dei 1.300 per un parto naturale 

Fonte: Liliana Stella da Metropolis

Eliminare la vergogna dei parti cesarei in Campania». Così il governatore Vincenzo De Luca che, attraverso i social, torna a parlare di sanità. «Apprendo che le 10 peggiori realtà ospedaliere d'Italia in relazione alla percentuale di parti cesarei sono in Campania. A fronte di ospedali che in Lombardia hanno il 5% di parti cesarei, in Campania abbiamo realtà nelle quali la proporzione è invertita (90% di parti cesarei). È una delle eredità più vergognose che riceviamo dalla gestione sanitaria degli anni passati e di cui dobbiamo rapidamente liberarci». A Napoli, infatti, in alcune cliniche si praticano i cesarei nel 95% degli interventi. E sono più costosi di quelli naturali, oltre che essere più pericolosi. È per questo che la Campania si classifica ultima in Italia in questo settore. «Le 10 peggiori realtà ospedaliere del Paese sono campane. Mentre la media italiana degli interventi è pari al 35% - dichiara il capogruppo di Campania Libera, Psi e Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli - nella nostra regione sfiora il 60%. Alcune cliniche come Villa Cinzia, Sanatrix, Villa Bianca l'Ospedale Internazionale a Napoli vanno dall'83 al 95% dei casi. Uno sconcio, se si pensa che il taglio cesareo comporta maggiori rischi per la donna e il bambino e dovrebbe essere praticato solo in casi reali di necessità. Con la commissione Sanità abbiamo già ritenuto necessario intervenire con una proposta per cambiare le linee guida per equiparare il costo del parto cesareo con quello naturale con sostanziose decurtazioni economiche a chi abusa del cesareo. In questo modo - aggiunge Borrelli - siamo certi che vedremo crollare la percentuale di cesarei in Campania».

Questo tipo di intervento, in base alle medie nazionali, costa 2.458 euro rispetto al costo del parto naturale che ha una media nazionale di 1.318 euro. «Siamo la regione con il maggior numero di medici obiettori per l'aborto e il record di cesarei - rimarca Borrelli -. Due primati di cui non si può essere orgogliosi e su cui la precedente amministrazione, a nostro avviso in modo incosciente, ha scelto di non intervenire». Stando alle statistiche del servizio sanitario nazionale a novembre 2015, la proporzione di parti cesarei primari scende lievemente dal 28,3% del 2010 al 25,7% del 2014. Con grandi differenze tra le Regioni e all'interno delle stesse: si va da un minimo del 5% a un massimo del 95%. Il calo si traduce in 32.000 cesarei primari evitati ad altrettante donne negli ultimi 4 anni, con minor rischio di altri parti. Escludendo le strutture che ne effettuano meno di 10 all'anno, nel 2014 in Italia gli ospedali con meno di 500 parti annui sono 123 (24%), dove si effettuano il 6% dei parti, di cui 30% di cesarei primari. Nel 2010 erano 155 le strutture con meno di 500 parti, le quali eseguivano sempre il 6% dei parti totali. Il 70% dei parti, infine, avviene in maternità con volumi superiori a 1000 parti/anno.

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