Pagine

giovedì 18 febbraio 2016

Invito speciale per il governo: un giro sui vagoni del rischio

Fonte: Oscar Giannino da Il Mattino

Venga senza preavviso istituzionale ne scorta. Faccia un giro per qualche ora sulla Cumana, sulla Circumvesuviana, sulla Circumflegrea. Si renda conto coi suoi occhi, dello stato delle infrastrutture, degli scambi, del materiale rotabile. Prima di esaminare le carte e i documenti, saranno i suoi stessi occhi a dirle come stanno le cose, e che tipo di servizio viene offerto ogni giorno a centinaia di migliaia di cittadini. Il secondo appello è al presidente della Campania, De Luca. Le polemiche sul passato ci stanno, sono il pane quotidiano della politica. Ma visto che è stretto suo rapporto di fiducia col presidente dell’Eav che gestisce le ferrovie napoletane, è tempo soprattutto di far due conti precisi, e di aprire una vertenza nazionale. Non dobbiamo ricordare ai napoletani che alla gestione congiunta in Eav delle ferrovie ex Sepsa e Circumvesuviana e degli autobus ex Eav si giunse nel 2012 prendendo atto del fallimento del trasporto su gomma, e di un indebitamento pauroso della gestione ferroviaria. Con il governo Monti venne anche un commissario ad acta, che grazie a 280 milioni di erogazioni da parte della Regione ha smaltito una parte del debito, mentre venivano attuate misure di contenimento della spesa e degli organici.


Però va detto chiaro: il ritorno a utili proforma di qualche centinaio di migliaia di euro com'è avvenuto nel 2014 vede ancora, per via del contenzioso accumulato, debiti superiori al mezzo miliardo. E non è certo con questi risultati di gestione che possono essere messi in conto gli investimenti, come ordine di grandezza sicuramente superiori ai 100 milioni, necessari per ammodernare la rete infrastrutturale e dotare le linee di materiale rotabile che non risalga a fine anni Settanta, come attualmente quello circolante sulla Cumana. Ripetiamo: De Luca se la può prendere con Caldoro, e Caldoro e l'ex assessore regionale ai trasporti Vetrella possono replicare invece che loro il disastro l'avevano ereditato da Bassolino, coi famosi 25 treni Ansaldo ordinati e di cui meno di un terzo consegnati, e un ingente piano di interventi su linee e stazioni fermatesi poi a metà, con onerosi contenziosi con le ditte che si erano aggiudicate i lavori. Ma tutto questo non risolve il problema attuale, ne getta le basi per un futuro che non sia la riproposizione di una condizione che merita un solo aggettivo: indegna, rispetto a ogni standard minimo da offrire a cittadini e turisti. Non si può chiedere, con il materiale a disposizione, il rispetto del miglioramento del servizio previsto nei rapporti contrattuali che vincolano la Regione e Eav per l'esercizio del trasporto pubblico locale su queste linee. È semplicemente impossibile, non ci sono i presupposti materiali per evitare le sanzioni previste dal capitolato, che tornerebbero ad aggravare il conto economico di Eav. Per questo il presidente di Eav Umberto de Gregorio e il presidente De Luca, che ha mantenuto l'intérim come assessore ai Trasporti, devono oggettivamente fare ora un conto preciso delle disponibilità finanziarie della Regione. E poiché è più che ragionevole attendersi che non vi sia la capienza finanziaria per altri 100 milioni da dare a Eav, aprire d'urgenza un tavolo nazionale con il ministro Delrio. Anche i sindacati dovrebbero passarsi una mano sulla coscienza. È vero che i dipendenti sono scesi di oltre 400 unità, negli anni del commissariamento, e che i contratti di solidarietà hanno morso nel reddito. Ma sanno benissimo - dati di bilancio 2014 - che sulla rete ferroviaria gli incassi coprivano ancora solo il 22% dei costi, che sulle linee flegree nel 2014 l'evasione era stimata in crescita dal 25% al 31% e per quelle vesuviane dal 31% al 39%, mentre il numero di convogli effettuati sulle linee flegree rimaneva del 7% inferiore rispetto a quello da garantire secondo il capitolato vigente con la Regione. Che in tale situazione i sindacati indicano scioperi perché contrari alla riorganizzazione proprio della controlleria di bigliettazione, sostenendo che la nuova organizzazione lederebbe i diritti dei capotreni, e così facendo da una settimana a queste parte portino alla soppressione di 50-60 treni al giorno come capita sulla Circumvesuviana, è un atto di irresponsabilità totale. I convogli soppressi non solo moltiplicano il disagio del disservizio offerto ai cittadini, ma aggravano la possibilità di sanzioni e recesso contrattuale da parte della Regione. Già a novembre, giustamente, De Gregorio aveva paventato l'ipotesi di un nuovo default della società. Invitando tutti i dipendenti a una mobilitazione che per una volta non fosse lo sciopero, ma a rendersi disponibili a rafforzare il servizio di controlleria coinvolgendo anche per primi i dirigenti amministrativi E rendendo così evidente uno sforzo collettivo a sostegno di una seria risposta istituzionale, tale da assicurare le risorse per un credibile futuro delle autovie e ferrovie napoletane. Ci permettiamo di dire che non si tratta solo di difendere alcune migliaia di posti di lavoro. È un pezzo della svolta necessaria se si crede davvero a un futuro per Napoli e la Campania che non sia solo rassegnata gestione del declino. Il governo non può volgersi dall'altra parte o affidarsi al piano Juncker europeo, che sarà buono solo se e quando ci sarà davvero, ma certo non da risposte a chi ha oggi l'acqua atta gola. Quando i treni deragliano, non c'è più tempo da perdere. Se un domani non vogliamo trovarci a piangere qualche vittima.

Nessun commento:

Posta un commento

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.