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venerdì 18 marzo 2016

Angelino Alfano a Castellammare di Stabia per presentare il suo nuovo libro

La presentazione a cura dell'autore lunedì prossimo al Supercinema

Castellammare di Stabia - “Chi ha paura non è libero” è il titolo del libro che Angelino Alfano, Ministro dell’Interno, presenterà a Castellammare di Stabia. L’appuntamento è fissato per lunedì 21 marzo, ore 17:30, al Supercinema, in Corso V. Emanuele, 97. All’incontro interverranno: Gioacchino Alfano - Sottosegretario di Stato alla Difesa, Antonio Casale - Direttore Ufficio Migrantes Arcidiocesi di Capua, Agostino Cilardo - Coordinatore dottorato di ricerca Asia, Africa e Mediterraneo - Università L’Orientale di Napoli. L’introduzione è affidata ad Antonio Varone , Archeologo, per le Testimonianze anticristiane negli Scavi di Pompei. Modererà Gennaro Sangiuliano, Vicedirettore Tg1. Nel libro “Chi ha paura non è libero”, il ministro Alfano ricostruisce la genesi del terrore, dalla minaccia dell’IS, con la sua forza militare e la folle esecuzione degli ostaggi, ai nuclei di Al-Qaida, all’addestramento dei mujaheddin in Afghanistan, ai campi profughi palestinesi; ci racconta delle minacce che i nostri servizi di intelligence e le forze di polizia fronteggiano quotidianamente: dall’espulsione dei “missionari dell’odio”, megafoni dell’odio jihadista, al contrasto e all’individuazione un racconto preciso di come sta reagendo l’occidente e il mondo musulmano moderato. Tutto ci riporta al 7 gennaio 2015, giorno in cui l’attacco terroristico alla sede di Charlie Hebdo ha traumatizzato la Francia e scosso l’Europa. Pochi giorni dopo due milioni di persone sono scese in piazza per dire no alla violenza e scandire ad alta voce il diritto alla libertà di opinione e a non avere paura. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano era accanto agli omologhi vertici che hanno scandito le ore successive. La risposta delle istituzioni non poteva farsi attendere, lo smarrimento iniziale doveva lasciare il posto all’analisi politica, alle emozioni doveva sostituirsi l’azione legislativa, con un’unica certezza, espressa in modo esemplare dall’arcivescovo di Parigi che “nessuno identifichi qualche fanatico con una religione intera”. Erigere muri non serve. Sotto accusa non è l’islam né lo sono i suoi milioni di fedeli, ma sono i fanatici, gli ideologi del terrore, i foreign fighters, che dovranno essere individuati, processati, espulsi dal corpo democratico della società.

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