All'indomani dell'ordinanza anti-accattonaggio sindaco nel mirino
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Sorrento - C'è chi lo definisce un «provvedimento di facciata» e chi, invece, lo ritiene «necessario per garantire il decoro e la sicurezza della città». E c'è persino chi invoca sanzioni più aspre nei confronti dei cosiddetti «mendicanti di professione». Patto sta che l'ordinanza anti-accattonaggio, varata dal sindaco Giuseppe Cuomo per i prossimi sei mesi, divide la politica sorrentina. Il primo a schierarsi contro il provvedimento è Francesco Mauro. Nel mirino del consigliere comunale del Partito Democratico ci sono le sanzioni comminate ai mendicanti: multe da 25 a 500 euro più la confisca del denaro ottenuto elemosinando. «L'ordinanza colpisce i poveri, non la povertà sottolinea Mauro -. Sequestrare le monetine non serve a garantire l'ordine pubblico e l'igiene né a offrire un'immagine curata della nostra città. Si tratta solo di un paravento, quello che serve è un'azione concertata con le forze dell'ordine». Nel testo firmato lunedì mattina il sindaco Cuomo punta il dito contro i comportamenti che «alterano il decoro urbano» e rischiano di avere «riflessi sull'immagine di Sorrento nel mondo». Per Francesco Mauro, però, queste motivazioni non reggono: «A deturpare la città non sono i mendicanti, ma il mare inquinato, i disservizi del trasporto pubblico e il patrimonio culturale non valorizzato. È su questo che il sindaco dovrebbe riflettere».
A stretto giro la risposta dell'assessore Massimo Coppola, secondo il quale bisogna pur sempre fare i conti con la legge. Attualmente, infatti, la normativa nazionale non contempla il reato di accattonaggio: i mendicanti possono essere perseguiti penalmente solo se sfruttano i bambini o esibiscono menomazioni fisiche. «E proprio questo succede a Sorrento spiega Coppola -. In questo caso i bambini vanno affidati ai servizi sociali e i mendicanti accompagnati in centri di accoglienza che spesso si trovano fuori regione. In questo modo, però, il problema è destinato a ripresentarsi». Ecco perché il Comune ha optato per la diversa strategia che ora Coppola rivendica con forza: «Non possiamo spedire i rom nei Paesi di provenienza - conclude l'assessore - ma solo allontanarli di volta in volta dal luogo in cui mendicano e confiscare loro l'elemosina. L'opposizione non può permettersi di bollare come inutile un provvedimento necessario per contrastare un fenomeno dilagante». Marco Fiorentino, invece, è d'accordo a metà. Per l'ex sindaco e attuale leader dell'opposizione i mendicanti sono troppi, ma la confisca delle elemosine non è lo strumento appropriato per riportare l'ordine a Sorrento. «Basta sedersi al tavolo di un bar per vedere quante persone chiedono con insistenza la carità - osserva Fiorentino -. Anziché sequestrare il denaro bisognerebbe accompagnarli alla stazione e allontanarli dal territorio. Il che non significa essere intolleranti, ma solo pronti a tutelare il decoro della città». Chi invoca provvedimenti ancora più severi è Francesco Gargiulo, coordinatore del movimento civico «Conta anche tu», che tuona contro i «mendicanti di professione»: persone che rifiuta qualsiasi aiuto diverso dal den; e che, nell'arco di una mattina sono capaci di racimolare anche cento euro. «Questi soggetti appartengono a una rete criminale - spiega Gargiulo -. L'ordinanza varata dal sindaco è senz'altro positiva, ma al nord i mendicanti sono destinatari del foglio di via e sanzioni penali in caso di trasgressione: è questa la più efficace strategia da adottare».
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