Pagine

martedì 10 maggio 2016

A Sorrento l'ottava edizione del premio giornalistico "Biagio Agnes"

di Claudia Esposito

Sorrento - Dopo Amalfi e Capri, approda a Sorrento il premio di giornalismo "Biagio Agnes" organizzato dall'omonima fondazione presieduta da Simona Agnes sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica con i patrocini della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo, della Regione Campania, del Comune di Sorrento, della Federazione nazionale della stampa italiana, dell'Ordine nazionale dei giornalisti, dell'Usigrai e dell'Unione stampa cattolica. Dal 24 al 26 giugno le grandi firme del giornalismo italiano ed internazionale si daranno appuntamento nella città del Tasso, un luogo del cuore per l'ex direttore generale della Rai che vi portava spesso la famiglia durante le vacanze estive. Quindici i premiati dell'ottava edizione, annunciati nel corso di una conferenza stampa a Roma alla presenza di Gianni Letta, presidente della giuria, e del direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto. Premio internazionale ad Adam Michnik, direttore di "Gazeta Wyborcza", una delle poche voci libere nella realtà polacca, mentre il premio alla carriera sarà assegnato a Sergio Lepri, 97 anni, direttore dell'"Ansa" dal 1961 al 1990. Premio per la carta stampata a Luciano Fontana, direttore del "Corriere della Sera" nell'anno del 140esimo anniversario della fondazione del primo quotidiano italiano.
 
Per la tv, riconoscimento invece per la Tgr, la testata giornalistica regionale, per cui ritirerà il premio il direttore, Vincenzo Morgante, accompagnato dai principali responsabili delle redazioni locali. La storica rassegna stampa radiofonica di Rai Radio 3 "Prima pagina" si aggiudica invece il premio per la sezione radio. A Barbara Palombelli, conduttrice del programma "Forum", il premio Spettacolo, Costume e Società mentre ad Antonio Di Bella, direttore di "Rai news 24" ed autore del libro "Je suis Paris" il premio Giornalista scrittore. Per la sezione stampa periodica, insignito Luigi Vicinanza, direttore del settimanale "L'Espresso", premio Medicina e informazione scientifica al canale Salute dell'agenzia di stampa AdnKronos. Premio Giovani under 35 a Claudio Cerasa, direttore de "Il Foglio", mentre per la sezione Nuove frontiere del giornalismo riconoscimento per "Buongiorno dal tuo amico sole!", servizio di rassegna stampa del "Sole 24 ore". Premio Giornalista sportivo a Ilaria D'Amico, conduttrice di Sky Sport. Sono inoltre previsti premi speciali a Bruno Vespa per i 20 anni della trasmissione "Porta a porta", a don Marco Pozza (teologo, scrittore e giornalista) e al mensile "Polizia moderna", house organ della Polizia di Stato. Menzione speciale nella sezione under 35 per Paolo Borrometi, cronista dell'agenzia di stampa Agi attualmente sotto scorta per i suoi articoli sulla mafia e per questo nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella. Riccardo De Palo e Simona Tedesco, rispettivamente responsabile della sezione Macro de "Il Messaggero" e direttore del mensile Dove, riceveranno il premio per la neonata sezione Turismo e cultura. La premiazione avverrà nel corso di una serata di gala che si terrà sabato 25 giugno.

BIAGIO AGNES E IL GIORNALISMO: L'AMORE DI UNA VITA TRASMESSO AI GIOVANI

Dopo una gavetta nei giornali irpini e un'esperienza a "Rotosei", Biagio Agnes arrivò in Rai nel 1958 ricoprendo nel corso degli anni incarichi via via più prestigiosi fino a diventare direttore generale dal 1982 al 1990. Anni cruciali, in cui il monopolio del servizio pubblico era minacciato e messo in discussione per la prima volta dall'avanzata delle tv private di Silvio Berlusconi. La Rai di quel periodo, per non soccombere, fu costretta a modernizzarsi per restare al passo coi tempi e fronteggiare l'entrata, nel panorama mediatico italiano, di un nuovo, aggressivo, e facoltoso competitor. Un concorrente che, a suon di cifre spropositate, portava per la prima volta sugli schermi italiani serie e telenovele americane e programmi con ragazze discinte che mai avrebbero potuto vedersi sugli schermi Rai. Una Rai che, piano piano, a seguito della legge Mammì, avrebbe perso l'esclusiva di trasmettere in diretta su tutto il territorio nazionale, tg compresi. Per questo, sotto la guida di Biagio Agnes, nacquero programmi innovativi tra cui la rubrica di medicina "Check up", nuovi servizi come il Televideo e l'Auditel, furono sperimentate nuove tecnologie tra cui il satellite e l'alta definizione, nacque il tg delle 13.30, fu dato impulso alle redazioni regionali per avvicinare il pubblico ai territori, fu costruito il centro Tv più moderno d'Europa (Saxa Rubra) che ad oggi porta il suo nome. Dopo esperienze alla Stet e a Telemontecarlo, Biagio Agnes diventa presidente della Scuola di giornalismo dell'Università di Salerno nel 2006. Grandissimo insegnante e straordinario motivatore di giovani sulla strada per diventare giornalisti professionisti, Agnes ha sempre insegnato la professione con infinita passione e rigore senza mai far mancare sorrisi. Un amore sconfinato per il giornalismo, un perfezionismo condito anche da tanta ironia e giovialità trasmessa ai praticanti fin dal primo giorno dei corsi, quando puntualizzò ridendo: "Qua i compleanni si festeggiano". Un'usanza raccolta, sempre rispettata e tramandata dagli studenti entusiasti che capirono subito di essere entrati in una grande famiglia. Nonostante l'età avanzata, Agnes amava confrontarsi quotidianamente con i praticanti, macinando chilometri su chilometri e facendo la spola tra Roma e Fisciano per essere presente alla riunioni di redazione in cui venivano decisi menabò e timone della pubblicazione cartacea del master. Perfezionista instancabile, supervisionava anche i minimi dettagli dell'impaginazione del giornale. Punteggiatura, testate, testatine, aggettivi, didascalie, menabò da ricontrollare all'infinito per evitare errori, spazi ripetuti e ripetizioni di parole. Un lavoro immane e minuzioso, da perderci la vista, seguito personalmente da vicino, senza pause, al motto di "i giornalisti non mangiano". Uno slogan che imponeva prima a lui stesso, senza muoversi dal desk a ora di pranzo, per rispettare la dead line. Perchè vanno bene i compleanni, vanno bene le feste, vanno bene le tavolate, ma quando si lavora si lavora. E lui era il primo a dare l'esempio. A scervellarsi, insieme agli studenti, per trovare l'aggettivo, il verbo, il titolo giusto. Nonostante l'età, sembrava non accusare mai la stanchezza, puntando sempre dritto all'obiettivo e invogliando i praticanti a fare altrettanto. Quando la fatica di fine giornata iniziava a farsi sentire, non era raro sentirlo esclamare: "Non torno a Roma fino a quando non esce il titolo in prima". Ed era vero. Lì, imperterrito, in mezzo ai giovani, fino alla chiusura dell'ultima pagina. Fino a sera. Fino all'ultimo titolo. Fino alla partenza dei file per la tipografia. Era inoltre solito comparire negli studi radio all'improvviso e presenziare ad occhi chiusi alla registrazione del giornale radio per ascoltare la voce dello speaker senza farsi distrarre dall'immagine. Un modo per valutare chi, tra i giovani giornalisti, avesse la voce maggiormente radiofonica. Innovatore e uomo delle grandi sfide, spesso ripeteva "ragazzi, io non sono abituato a perdere". Ed infatti, sotto la sua direzione, la Scuola di giornalismo dell'Università di Salerno divenne la prima d'Italia. Prima nell'avviare i giovani verso una professione affascinante ma anche tanto, tanto, difficile. Giovani che seguiva da vicino con una disponibilità straordinaria, come fossero nipotini, soprattutto al momento di "spiccare il volo". Un gesto da "nonno" colpì gli studenti al termine del termine del primo anno di corso. I praticanti, timorosi e un po' preoccupati, si preparavano ad abbandonare qualche mese la scuola per fronteggiare, in estate, per la prima volta, le redazioni nazionali di tg, quotidiani e agenzie di stampa. Un grande salto, che incuriosiva ma che incuteva anche timore. Lontani da casa, dispersi tra le redazioni in giro per la Capitale a misurarsi con sfide nuove anche per chi aveva già esperienza da giornalista pubblicista. Fu allora, l'ultimo giorno, prima della partenza, che gli studenti capirono di avere un nonno in più. "Ragazzi, qui c'è il mio numero di cellulare. Usatelo per qualsiasi cosa abbiate bisogno". Di colpo, i ragazzi capirono che proprio soli non erano. La giungla della Capitale faceva meno paura. E mesi dopo, al rientro, Agnes volle sapere dai ragazzi, come prima cosa, non solo cosa avessero imparato ma soprattutto se le redazioni nazionali avessero trattato bene i suoi cuccioli, mettendoli in condizione di avere un loro spazio per "sporcarsi le mani", per imparare sul campo e lavorare sul serio. Una premura e un accompagnamento costante, insieme ai tutor Pino Blasi, Marco Pellegrini, Mimmo Liguoro e al presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli. Un'attenzione verso i giornalisti del futuro che continua ancora oggi dopo di lui e si trasmette tramite la Fondazione "Biagio Agnes". Come tradizione, saranno infatti assegnate due borse di studio per i primi classificati della Scuola di giornalismo dell'Università Luiss di Roma e del master in Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Nessun commento:

Posta un commento

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.