Fonte: Gimmo Cuomo da Il Corriere del Mezzogiorno
Vico Equense - La commissione elettorale mandamentale di Sorrento ha mandato in frantumi il sogno di un nuovo «patto del Nazareno» coltivato dal Pd e da rilevanti forze del centrodestra di Vico Equense. Non ha infatti ammesso alla competizione elettorale del prossimo 5 giugno le tré liste presentate a sostegno di Andrea Buonocore, il candidato sindaco scelto dall'uomo forte della politica locale Gennaro Cinque detto «Telearredo» (dieci anni in giunta, di cui nove da sindaco e uno, l'ultimo, da assessore). Per problemi formali e sostanziali sono state estromesse dalla corsa le liste Forza Vico, diretta espressione del potente ex primo cittadino, fuori anche la civica Vicoínvolgíamo, fuori soprattutto la lista democrat che, con un colpo di teatro dell'ultimo minuto, la locale segretaria Franca Rossi aveva collegato a Buonocore. Una scelta, quest'ultima, che ha rappresentato una vera e propria virata di 180 gradi rispetto alle intenzioni professate fino a pochi giorni prima dai dem: il Pd aveva infatti espresso la sua adesione al progetto politico e alla coalizione del giovane candidato Maurizio Cinque, sostenuto anche da altre quattro civiche di ispirazione moderata, tra queste Vico 2020 promossa da un altro ex sindaco vicano, Giuseppe Dilengite. La dichiarazione di apparentamento con Buonocore ha provocato l'immediato ritiro della disponibilità da parte di una candidata e il successivo ritiro dalla competizione di un altro. Terzo (a questo punto sarebbe meglio dire secondo) incomodo della partita per il Comune del centro turistico all'imbocco della Penisola sorrentina è Giuseppe Russo, geometra, sostenuto da FI ufficiale, controllata dalla consigliera regionale Flora Beneduce, moglie dell'ex potente democristiano Armando De Rosa.
Tra quest'ultima e l'ex sindaco Cinque si è consumata un'insanabile rottura al termine della campagna elettorale per le ultime regionali. Cinque, non eletto nonostante il notevole consenso raccolto, si è ritrovato così straniero in patria. Nonostante la perdita del tradizionale punto di riferimento però non si può dimenticare che Telearredo è stato identificato col partito di Berlusconi per più di un decennio. Alcune voci, che però non trovano conferme, riferiscono addirittura di abboccamenti dell'ultima ora col Pd, addirittura di un fugace incontro col governatore Vincenzo De Luca in cima al monte Faito in occasione della recente inaugurazione della funivia. Tornando alle prossime comunali, cosa ha determinato il clamoroso cambio di rotta del Pd? Ecco la versione ufficiale, ospitata sul sito web Vicoequenseonline «Un partito presente in questo momento storico sia al Governo che alla Regione Campania non può non avere una sua rappresentanza all'interno delle istituzioni comunali di Vico Equense, senza rischiare che la città finisca relegata al margine nel dialogo con istituzioni essenziali per lo sviluppo di Vico». Altro motivo determinante addotto per spiegare la scelta dell'aspirante sindaco il mancato aiuto per il completamento della lista del Pd. L'aiuto sarebbe invece arrivato in extremis dall'ex primo cittadino Cinque, interessato a garantire il massimo sostegno possibile al proprio candidato Buonocore. In realtà, nelle ultime ore utili prima della scadenza del termine per la presentazione delle liste (sabato scorso alle 12), Cinque aveva provato a vedere se potessero esserci margini per l'accordo col suo omonimo, salvo tornare sui propri passi, e sponsorizzare l'accordo "eretico" col Pd. Che la lista democrat sia stata compilata in due momenti diversi è testimoniato dalle diverse grafie riscontrate sull'apposito modulo: i nomi dei primi u candidati, al lordo delle cancellazioni, sono stati scritti in corsivo, mentre gli ultimi quattro sono stati apposi in stampatello. In ogni caso, l'incertezza fino all'ultimo minuto ha determinato l'impossibilità di mettere insieme la documentazione prevista dalla legge per la corretta presentazione delle liste. In un caso, si sarebbe riscontrata addirittura la mancata firma di accettazione di Buonocore, mentre la lista risultava autenticata. Un'ipotesi che, se confermata, potrebbe configurare anche responsabilità penali dell'incauto accertatore. Al di là della buona o della cattiva fede dei maldestri compilatori, sulla quale dovrà fare luce la magistratura, resta il dato politico dell'assenza totale della politica in un piccolo centro di provincia che si è trasformato nell'incubatore di un pasticcio indifendibile. Verosimilmente il Pd dovrà anche esprimersi ufficialmente sulla vicenda, In frantumi l'inedita alleanza benedetta dalla segreteria locale anche se ultimamente ha dimostrato di valutare in maniera piuttosto bonaria, vedi primarie di Napoli, comportamenti non propriamente ortodossi. Per Vico Equense si tratta comunque di un ritorno al passato. Dopo il decennio di Gennaro Cinque la vicenda politica locale ritorna agli anni caratterizzati da grande rissosità. Ma questa è storia comune a tanti altri centri. Piccoli e grandi.

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