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martedì 7 giugno 2016

Al ballottaggio il 19 giugno

Maurizio Cinque e Andrea Buonocore
di Filomena Baratto

Vico Equense - Si è conclusa la prima parte delle elezioni amministrative a Vico Equense, con il ragguardevole risultato di 4966 voti per Maurizio Cinque e 4928 per Andrea Buonocore, che vedranno la partita ancora aperta per il ballottaggio il giorno 19 giugno. Siamo stati tutti in fibrillazione per gli esiti: ognuno aveva un candidato, un progetto, un amico, un motivo da far valere e pertanto col fiato sospeso. Come un parto anche le elezioni si sono concluse, con grande dispendio di energie, di colpi di scena, di scoraggiamento e di facili entusiasmi. I giochi fatti, i voti dati, nel bene e nel male abbiamo votato. Vico è una città dove ci si conosce tutti, e dove conoscersi viene ancora prima di votare. E’ un modo di appartenersi e di essere compatti, che porta i suoi vantaggi, come la partecipazione alla vita pubblica. Vico è scesa in campo con otto liste: Cambiare fa bene, Giovani, Reset, Vico 2020, VICOinvolgiAMO, Movimento della Gente, Colline Vicane, Forza Italia; tre i candidati a sindaco: Maurizio Cinque, Andrea Buonocore, Giuseppe Russo. I colpi di scena non sono mancati, tra cui l’esclusione dalla corsa alle elezioni di tre liste quali PD, Forza Vico e VICOinvolgiAMO, tutte e tre legate al candidato Andrea Buonocore, messe fuori dalla commissione mandamentale di Sorrento per inadempimenti.
 
Questo ha comportato un ricorso da parte delle liste escluse e del candidato a Sindaco Andrea Buonocore, che ha vinto poi il ricorso con la sola lista di VICOinvolgiAMO. Una campagna iniziata nel caos, con grandi colpi di scena, difficoltà di stilare programmi e reclutare candidati. Per Maurizio Cinque prevale un atteggiamento di rinnovamento e di maggiore attenzione alla fascia giovane. Il candidato afferma a tal proposito: “A differenza della vecchia classe politica, incapace di indicare una guida ed un percorso per la città, noi siamo già da mesi al lavoro sul programma in modo serio e concreto. Abbiamo messo a punto proposte e soluzioni a 360° per Vico Equense e ora ne stiamo verificando la fattibilità con l'ausilio di esperti e istituzioni". Andrea Buonocore, invece, per l’esclusione e il successivo reinserimento da parte del Consiglio di Stato, ha avuto difficoltà per una vera campagna elettorale a pochi giorni dalle elezioni, presentando un programma meno ghiotto sulla carta ma ben delineato nella mente, dove ribadisce di riprendere il vecchio dando uno sguardo al nuovo. In una sua intervista ha affermato “Ci sarà con la vecchia amministrazione una novità nella continuità, tutte le opere che sono state avviate saranno completate, ma va dato un taglio nuovo al turismo, al territorio, dare spazio ai grandi appuntamenti che hanno visto Vico protagonista, come la festa degli chef stellati, quella della Pizza a Vico, incontri culturali, compreso poi tutto ciò che è la quotidianità, il sociale, e con una vivibilità migliore”. Segno caratteristico è stata la confusione, un po’ dovunque per la verità, segno di un’epoca di cambiamenti. Di solito le realtà politiche urbane seguono quelle nazionali e c’è, in queste elezioni amministrative, una nuova consapevolezza del valore del voto, visto come dovere e diritto di espressione di cui riappropriarsi. A questa volontà di partecipazione si è presentata la difficoltà di selezionare i candidati, organizzare la macchina elettorale e stabilire procedure. Emergono aspetti di una politica vecchio stampo, fatta di alleanze più che di direzioni da prendere, ma si affaccia anche il coraggio di fare politica per amministrare le cose di tutti, una politica nuova che avanza proprio grazie alla confusione e che scongiura quell’affermazione che sempre più spesso sentiamo in giro che la politica è sporca. I candidati sono giovani, 39 anni Maurizio Cinque, 46 Andrea Buonocore, preparati e credono in quello che fanno. Dietro quest’aria tetra, che ha accompagnato il periodo pre-elettorale, gli stessi protagonisti hanno fatto una disamina chiara di quello che vogliono per la loro città. Un programma che non si declini in meri obiettivi cartacei, ma che sia quanto più chiaro possibile, necessario e soprattutto realizzabile. Le varie amministrazioni che si sono avvicendate nel tempo dovrebbero andare sotto i riflettori per i meriti di come hanno cambiato in meglio la città di Vico, e non per beghe di corridoio. Vico è una città dall’aspetto multiforme: mare, monti, colline, spiagge, luoghi diversi che necessitano di politiche appropriate, dove si respira un’organizzazione e uno stile di vita a misura d’uomo e lo sforzo è volto a mantenere questa sua peculiarità. I programmi devono rispettare la sua morfologia urbana, i suoi umori, le sue differenze, il tessuto sociale, una città unica nel suo genere. A volte la difficoltà è proprio mantenere e valorizzare quello che possiede e non cercare a tutti i costi quello che non potrebbe mai avere. Il punto forza di questa città è saper ottimizzare spazi e risorse, dove non manca nulla e vivere qui è desiderio di molti. Una città viva e in fermento, dove si parla, si discute, si opera. I candidati hanno mostrato una tenacia e una forza non indifferente, là dove altri si sarebbero arresi alla prima esclusione dal gioco, o al solo pensiero di avere avversari forti. In questa situazione le discriminazioni hanno sortito l’effetto contrario, così come la tenacia e il credere in quello che si stava facendo sono stati premiati. Ci sono forze nuove che emergono con tanta voglia di portare avanti idee, così come le vecchie guardie che, con l’esperienza e la vita politica alle spalle, sono meno entusiaste ma non per questo meno motivate. C’è voglia di mescolare il vecchio e il nuovo con programmi che non deludano le attese dei cittadini. Gli eventi accaduti hanno maturato e arricchito di esperienze insegnando che in politica tutto è sempre in gioco e niente è dato per scontato, come d’altra parte nella vita.

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