di Claudia Esposito
Sorrento - Dal recentissimo omicidio della deputata laburista inglese Helen Joan Coax ai casi di femminicidio che punteggiano purtroppo anche la cronaca nera italiana. Ieri sera si sono aperti così i lavori dell’ottava edizione del premio giornalistico “Biagio Agnes” che sarà ospitato fino al 26 giugno a Sorrento. La manifestazione è organizzata dall'omonima fondazione presieduta da Simona Agnes sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica con i patrocini della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo, della Regione Campania, del Comune di Sorrento, della Federazione nazionale della stampa italiana, dell'Ordine nazionale dei giornalisti, dell'Usigrai e dell'Unione stampa cattolica. Al dibattito di apertura svoltosi nella Sala consiliare del Comune di Sorrento e moderato dalla giornalista Ida Colucci, vicedirettore del Tg2, sono intervenuti Simonetta Matone, sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma, la criminologa Roberta Bruzzone, e i giornalisti Paolo Borrometi e Massimo Lugli. Dal confronto tra gli ospiti sono emerse le mille sfaccettature del dramma femminicidio, una violenza di genere ancora più spietata e difficile da estirpare e denunciare perché amalgamata con i sentimenti e stereotipi difficili da combattere.
“Il femminicidio – ha esordito Simonetta Matone – non è mai un raptus ma spesso è preceduto da maltrattamenti di vario genere e diversi campanelli d’allarme. Segnali non conosciuti o non ritenuti pericolosi anche dagli stessi familiari e amici della vittima. Nel corso degli anni, la donna ha conquistato maggiore spazio nella società e gli uomini, davanti a questa avanzata, non hanno saputo ricollocarsi, restando smarriti”. Ma qual è l’identikit del potenziale carnefice? “Si tratta – spiega la criminologa Roberta Bruzzone – di uomini che hanno difficoltà relazionali, cresciuti dalle madri nella più totale deresponsabilizzazione. Uomini, spesso di livello socioculturale medio-alto, che non sanno tollerare frustrazioni emotive, maniaci del controllo aiutati oggi anche dagli strumenti tecnologici. Soggetti con alle spalle madri che li hanno sempre perdonati e giustificati. Donne che a loro volta perpetuano lo stereotipo della femmina sottomessa all’uomo, per cui sono prima questi luoghi comuni distorti che andrebbero sradicati dalla mentalità femminile”. La connivenza tra carnefice e vittima è stata anche sottolineata dai giornalisti Paolo Borrometi e Massimo Lugli che hanno ricordato l’importanza del tenere sempre desta l’opinione pubblica su questi temi di assoluta rilevanza sociale. Maggiore coscienza civile per fare da pungolo anche alla politica, anche se non sempre la legislazione riesce a risolvere tutti i problemi. “La legge contro gli atti persecutori – ha puntualizzato Simonetta Matone – funziona da deterrente solo per gli uomini sani di mente che si fermano quando si devono ammoniti. Questo ammonimento previsto dalla legge diventa però paradossalmente uno stimolo per gli squilibrati”. Insani di mente che però, ha precisato Roberta Bruzzone “sono solo una minima percentuale dei carnefici, meno del 2%, anche se tutti cercano di invocare l’infermità mentale per non essere condannati”. Nel corso del dibattito, spazio anche alla potenziale influenza che esempi di personaggi negativi di cinema e fiction possono avere nella vita reale, un rapporto indagato grazie al contributo del regista Enrico Vanzina, presente nel parterre degli ospiti.
Il premio giornalistico Biagio Agnes continuerà oggi con il dibattito “Sud locomotiva d’Europa” moderato da Bruno Vespa che precederà la cerimonia di premiazione. Tra gli insigniti, i giornalisti Ilaria D’Amico, Barbara Palombelli, Adam Michnik, Sergio Lepri, Luciano Fontana, Antonio Di Bella, Luigi Vicinanza, Bruno Vespa, Claudio Cerasa, don Marco Pozza, Paolo Borrometi, Riccardo De Palo e Simona Tedesco. Riconoscimenti anche per la Tgr, la testata giornalistica regionale, le rassegne stampa “Prima pagina” di Rai Radio Tre e “Buongiorno dal tuo amico sole” del “Sole 24 ore”, il canale Salute dell’agenzia di stampa Adnkronos e la rivista “Polizia moderna”. Saranno inoltre attribuite due borse di studio a due giovani praticanti giornalisti, Micol Flammini e Emilia Missione, rispettivamente dell’Università Luiss Guido Carli di Roma e dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli.
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