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lunedì 8 agosto 2016
Banco di Santa Croce, in immersione tra cernie e aquile di mare
Vico Equense - C’è il pesce San Pietro, elegante e fotogenico, che si aggira guardingo sui fondali. Ci sono le murene e i gattucci, che qui hanno allestito una vera e propria nursery. E ancora: scorfani e flabelline, banchi di salpe e aquile di mare, le variopinte donzelle, dentici e tonni in caccia. E le cernie, a decine, che giocano tra di loro. Un inno alla biodiversità si materializza intorno al Banco di Santa Croce, un piccolo paradiso sommerso a circa 300 metri a largo della costa che congiunge Castellammare di Stabia con Vico Equense, una zona di tutela biologica istituita nel 1993, con pareti che raggiungono anche i 50 metri di profondità. Di particolare suggestione, la grande spaccatura verticale che taglia in due la parete: qui, i giochi di luce esaltano l’intreccio dei rami di gorgonie: uno spettacolo nello spettacolo. “Chi ha dipinto il Banco di Santa Croce doveva essere proprio un artista dalla geniale follia - commenta Guglielmo Rasy, istruttore subacqueo e fondatore dell’associazione “Obiettivo Mare”, che in questi giorni ha realizzato un accurato reportage - e non ha certo lesinato in secchiate di colore. Quanto alla fauna, sembra di essere dentro un trattato di biologia. Forse è per questo che noi, un po’ folli, qui sotto ci sentiamo a casa nostra con gli occhi sempre spalancati alla ricerca di una nuova geniale pennellata che finora non avevamo notato”. (Fonte: Pasquale Raicaldo da La Repubblica Napoli)
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