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domenica 4 settembre 2016

Campania, scontro sul referendum

Pd, trenta dissidenti con D`Alema 

Napoli - A Roma domani, al cinema Farnese, Massimo D'Alema ha chiamato a raccolta il «Centrosinistra per il no». Nata come una riunione per pochi, s'è via via allargata. Uno degli animatori e ormai promotori dei comitati per il no alla riforma costituzionale è l'eurodeputato Massimo Paolucci, che sta girando mezza Italia e sta gestendo gran parte del dissenso interno. Con lui, domani, saranno una trentina i campani. Partendo dalla deputata Luisa Bossa, firmataria anche del primo documento dem contro la riforma, a Mario Hubler direttore di ItalianiEuropei, la presidente del «renzianissimo» (quindi non troppo) Pd provinciale, Elisabetta Gambardella, a Mimmo Sarno presidente dell'Adi di Avellino, al professor Giovanni Cerchia ex presidente del centro riforma dello Stato. Il fronte del no è quanto mai vasto e frastagliato e Napoli rischia di esserne una capitale. Oltre agli «eretici» dem, c'è tutta la sinistra, capeggiata, ovviamente, dal sindaco Luigi de Magistris. La giunta comunale è andata ben oltre la presa di posizione politica: il 5 maggio scorso la giunta, su proposta degli assessori Enrico Panini e Alessandra Clemente, ha votato una delibera che ha schierato l’intera amministrazione e mandando su tutte le furie il partito di governo, all'epoca ancora parzialmente compatto sul si.
 
La battaglia per il no ha ricompattato anche tutto l'asse democristiano: dal neosindaco di Benevento Clemente Mastella a Ciriaco De Mita e Paolo Cirino Pomicino che, pancia a terra, stanno promuovendo incontri su incontri per discutere le ragioni per cui considerano la riforma un «pasticcio». Il punto è che dinanzi a tanta attività pro no, il fronte del sì è molto più tiepido. Con qualche eccezione, certo, ma è meno chiassoso se non altro. Piero De Luca e Francesco Nicodemo, per esempio, capeggiano i comitati «Ragione pubblica» affiancati da Marco Fiutino. Teresa Armato e il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, hanno già messo su una decina di comitati tra Napoli, Ercolano, Sant'Antimo, Pomigliano, Torre del Greco. Tant'è che il 17 settembre il ministro Maria Elena Boschi tornerà in Campania ad Ercolano, Avellino e Salerno. Mentre il 25 il capogruppo dem Ettore Rosato parlerà alla festa dell'Unità organizzata dai Giovani democratici a Napoli di riforme. Da qualche giorno è nato anche il comitato dei dirigenti regionali per il sì, pensato da Gerardo Langella, capo della segreteria politica dell'assessore regionale Lucia Fortini. Il neurologo Luigi Lavorgna con Oscar Cardarelli stanno coinvolgendo professionisti e società civile sul fronte renziano. Ma, appunto, la macchina del sì, per ora, non ha ancora ingranato la marcia giusta. E la sensazione è che Napoli possa dare l'ennesimo ceffone al governo. Tant'è che a Roma (fa sorridere, ma è così) si torna a parlare di commissario per il partito provinciale. Che a mesi ormai dal lanciafiamme di Matteo Renzi ridotto a cerino sembra quasi una contraddizione: perché ora e non allora quando è stato annunciato? La ripresa è lenta. Non c'è dubbio che le feste in programma, da quella dei Gd a quella di Sudd, potranno sciogliere parecchi nodi. Uno per esempio: Antonio Bassolino si è sempre detto favorevole alla riforma costituzionale. Questo, però, prima del pasticcio primarie, delle elezioni straperse e dei balbettii del Partito democratico. La pensa ancora cosi o ha cambiato idea? (Fonte: S.B. da Il Corriere del Mezzogiorno) 

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