Luigi de Magistris |
Fonte: Marina Cappitti da Metropolis
Saranno 87 i Comuni che andranno al voto per eleggere il nuovo Consiglio metropolitano. Partiti in 92 con il commissariamento di Bacoli, Arzano, Marano Portici e ultimo quello di Pompei, cinque sono andati persi. Non roba da poco. Ne sa qualcosa il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nonché sindaco metropolitano, che nel 'golpe' di Pompei perde il suo alleato Ferdinando Uliano e con lui perde soprattutto 7-8 consiglieri e quindi circa 400 voti. Già perché a seconda del corpo elettorale, in ogni Comune, ogni consigliere ha un valore differente. Sono elettori ed eleggibili i consiglieri e i sindaci dei Comuni. Ma un consigliere o un sindaco di Carbonara di Noia non ha lo stesso valore in termini di voti di uno di Caivano. Volendola dire più tecnicamente l'indice di ponderazione dei Comuni si divide in sette fasce a seconda del numero di abitanti. E volendo semplificare in quelli con più di 30mila abitanti come Torre Annunziata, Castellammare di Stabia o Afragola vale 65 voti ponderati. In quelli con oltre centomila, ed è il solo caso di Giugliano in Campania vale 115.
Fino ad arrivare a Napoli dove un consigliere comunale vale ben 823 voti ponderati. Valore che con la diminuzione da 48 a 40 consiglieri nel capoluogo campano è anche aumentato rispetto alle passate elezioni. Si ricandidano tutti i consiglieri comunali e metropolitani uscenti di Luigi de Magistris che stavolta corre con due liste: demA e de Magistris sindaco. Riecco quindi Gaetano Troncone, Elpidio Capasso, Elena Coccia, fatta eccezione per Gabriele Mundo: le sue deleghe ora sono nelle mani di Francesco Iovino. Anche se non è ancora ufficiale Forza Italia punterà quasi sicuramente su Stanislao Lanzotti, mentre Marco Nonno incassato l'ok di Gianni Lettieri e Ciro Langella concorrerà anche lui per la prima volta con Prima Napoli. Fa un passo indietro il socialista Nino Simeone per cederlo a Carmine Sgambati, mentre i Verdi faranno il loro ingresso per la prima volta: circolano i nomi di Peppe De Girolamo e Paolo Tozzi, il primo consigliere comunale di Giugliano, il secondo di Pozzuoli. Senza numeri difficilmente il M5S farà il suo ingresso nella Città metropolitana a meno che - strada che i grillini stanno vagliando, ma che difficilmente sarà imboccata viste le loro regole ferree - non puntino ad altre forze per raccogliere le firme. Già le firme: in tutto dovranno essere circa 80 da 'trovare' tra consiglieri e sindaci comunali per comporre liste di candidati che vadano da un minimo di 12 ad un massimo di 24 più il presidente del Consiglio, de Magistris. Tutte le firme, al contrario del voto, hanno stesso valore. Mentre per la parità di genere entrata in vigore quest'anno nelle municipalità, per la Città metropolitana si dovrà attende ancora tre anni.
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