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giovedì 8 settembre 2016

Faito, la strada chiusa diventa una discarica

Fonte: Titti Esposito da Il Mattino 

Castellammare di Stabia - Una strada nel bosco chiusa al traffico per problemi di sicurezza e trasformata negli anni in una discarica a cielo aperto. L'ultimo abbandono, l'altro giorno. Fra gli alberi sono spuntati materassi, materiale di cantieri edili, sacchetti neri non identificati. Rifiuti lasciati senza rispetto dell 'ambiente, come denunciano gli ambientalisti di Pro Natura, che hanno subito chiesto l'intervento di polizia municipale e guardia forestale, che non hanno potuto far altro che recintare e sequestrare l'area presa di mira ancora una volta dai vandali. Lo scempio di questa via panoramica che porta su al monte Faito è un problema che periodicamente toma alla ribalta, ma che finora non ha trovato una soluzione definitiva per sistemare la viabilità di nuovo e controllare il territorio a ridosso della Reggia di Quisisana. Come precisano gli ambientalisti, che segnalano da tempo violenze e maltrattamenti di uno dei pochi polmoni verdi stabiesi. «"Il quadro della zona è desolante, immondizia è lasciata dove capita, alcuni alberi sono a rischio caduta precisa il presidente dell'associazione naturalista - una strada chiusa al traffico, che continua ad essere frequentata da podisti e famiglie che, incuranti dei pericoli dell 'asfalto abraso e del terreno scosceso, si avventurano per i tornanti per raggiungere in minor tempo la montagna, evitando il traffico da Vico Equense. Bisognerebbe monitorare il dissesto idrogeologico, e lo stato dei luoghi, per evitare vandalismi a iosa, prima ancora che comincino i lavori per riaprire finalmente questa strada montana: aspettiamo le risposte delle autorità provinciali e comunali». Una preoccupazione, quella degli ambientalisti, a cui si aggiunge la voce dei residenti ad atta quota, a partire dagli albergatori che da anni sperano nel recupero dell'unica alternativa alla strada vicana. «Il Faito è raggiungibile solo da Vico, o tramite il viaggio di 8 minuti in funivia - raccontano alcuni di loro - ma una strada sola aperta ai mezzi pubblici e privati non basta per lo sviluppo del territorio».

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