Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Pompei - Nascondeva illegalmente 50 cardellini e altre specie protette di uccelli nella sua casa di Pompei. Ma gli agenti della Forestale l'hanno individuato e denunciato prima che quegli animali fossero immessi sul mercato clandestino fruttandogli un guadagno di decine di migliaia di euro. Nei guai è finito E.T., 49 anni, al quale vengono ora contestati i reati di detenzione di specie particolarmente protette e maltrattamento di animali. Ma questa è solo una voce del bilancio delle operazioni di intelligence recentemente condotte dalla Forestale tra la penisola sorrentina, monte Faito e la zona dei Lattari. La denuncia per esercizio della caccia con mezzi non consentiti è scattata anche per il 65enne G.D. che gli agenti hanno individuato sulle montagne di Gragnano mentre, all'alba, tentava di impallinare specie protette di uccelli con l'ausilio di un richiamo elettroacustico che riproduceva il verso del tordo. Immediatamente la Forestale ha sequestrato il dispositivo, il fucile e le munizioni segnalando il bracconiere all'autorità giudiziaria. E sul monte Faito sono decine le sanzioni amministrative elevate dagli agenti a cacciatori per caccia in orario non consentito e mancata annotazione della giornata sul tesserino venatorio.
Questi controlli si aggiungono a quelli effettuati nelle scorse settimane in penisola sorrentina, dove sono stati denunciati due bracconieri di Massa Lubrense e smantellate decine di postazioni utilizzate dai cacciatori di frodo per attirare gli uccelli e impallinarli alle prime luci dell'alba.
Nel mirino dei delinquenti sono finiti persino rapaci come un'albanella reale, rinvenuta sui colli di San Pietro a Piano di Sorrento, e un raro esemplare di aquila minore, ritrovato però nel territorio di Castellammare. Episodi che hanno spinto gli agenti della Forestale stabiese, agli ordini del comandante Raffaele Starace, a intensificare l'impegno contro i bracconieri con l'aiuto del Wwf.
"Se certi animali vengono abbattuti lo sono deliberatamente e questo la dice lunga sui criminali che continuano a imbracciare armi da fuoco, incentivati dagli scarsi controlli e dalla certezza dell'impunità - sottolinea Claudio d'Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno - Chi spara violando la legge lo fa spesso per motivi economici, ma ancora più spesso per il gusto di uccidere. E se è vero che il numero dei cacciatori in Italia è in calo, è anche vero che i bracconieri sono in aumento nello stesso momento in cui lo Stato ridimensiona notevolmente le forze preposte al loro contrasto".
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