Disservizi e criticità fanno il giro del web in tempo reale. La società decide il giro di vite: pronte sanzioni disciplinari
Fonte: Francesco Gravetti da Il Mattino
Treni in fiamme, stazioni vandalizzate, binari allagati: le foto e i video che documentano gli «orrori A delle aziende dell'Eav (Circumvesuviana, Sepsa e Metrocampania Nordest) imperversano da tempo sui social network. Vengono pubblicate e commentate da migliaia di utenti, diventano il simbolo dei disagi dei pendolari. La novità è che, ora, a questo valzer di condivisioni devono sottrarsi i dipendenti dell'Eav. O, almeno, devono darsi una calmata: per esempio, non possono «divulgare, m tempo reale, attraverso video, foto o altro materiale multimediale, eventuali criticità accorse all'esercizio». Insomma, già le mani dagli smartphone. Almeno quando c'è un'emergenza. Le nuove regole sono contenute in un ordine di servizio, il primo del 2017, che l'Eav ha diramato a tutti i dipendenti e che si appresta a diffondere anche al pubblico. Ha per oggetto «Norme per il comportamento collegate all'utilizzo del sito web aziendale e dei social network site» e parte da una premessa: anche l'Eav, come tante altre aziende, ha creato un ufficio dedicato alla gestione dei contenuti dei social network e, pertanto, deve dotarsi di una policy per provare a regolare il flusso di notizie, spesso ingovernabile, che passa su facebook, twitter ed altri siti del genere. Le disposizioni verso gli esterni all'azienda sono tutte improntate al buonsenso comune: inviti a evitare frasi offensive o discriminatorie ma anche a non pubblicare forme di pubblicità o di promozione di interessi personali.
I divieti verso il personale, invece, sono destinati a far discutere. Ve ne sono alcuni orientati a tutelare la privacy dell'azienda; non si possono trasmettere informazioni su attività e documenti non pubblici, non si possono diffondere informazioni sui colleghi ameno che non siano di dominio pubblico, non si può offendere o diffamare nessuno, fatto salvo il diritto di critica. Altre proibizioni, però, sembrano puntare dritto a fermare l'ondata di foto, video e commenti che ogni giorno arriva soprattutto su facebook e che riguardano i disservizi, i problemi e le difficoltà dell'Eav. Per esempio, è vietato «divulgare video, foto e altro materiale multimediale senza l'esplicita autorizzazione dell'ente e dei colleghi coinvolti, a meno che non si tratti di eventi già portati alla conoscenza del pubblico o che si siano svolti presso la sede e presso le pertinenze aziendali». Ancora, è vietato «divulgare, in tempo reale, attraverso video, foto o altro materiale multimediale, eventuali criticità accorse all'esercizio, in presenza delle quali il personale direttamente coinvolto deve utilizzare gli strumenti informativi aziendali all'uopo predisposti, mentre il personale presente non direttamente coinvolto ha l'obbligo di prestare collaborazione per la gestione dell'emergenza in atto». In sintesi: se un treno va in fiamme o si rompe, non fotografatelo ma concentratevi sul vostro lavoro e se non siete in servizio, ma siete lo stesso sul treno, date una mano. La stretta sui social sarebbe figlia, oltre che della necessità di darsi delle regole dopo la nascita di un ufficio apposito, anche della proliferazione di gruppi, aperti o chiusi, su facebook dedicati all'Eav ed in particolare alla Circumvesuviana. Niente di illegittimo, ma spesso diventano il teatro di discussioni infinite, a volte portate avanti a colpi di insulti e commenti pesanti. L'Eav, ora, prova a chiamare fuori i propri dipendenti, spiegando che la divulgazione delle notizie deve passare attraverso canali ufficiali e deve rispettare regole precise. Qualche mese fa, a causa di alcuni commenti sono a una foto pubblicata da un lavoratore su facebook, fu aperto persino un provvedimento disciplinare, poi ritirato. Ma il nuovo ordine di servizio potrebbe comunque lasciare scontenti i dipendenti dell'azienda di trasporto pubblico, anche perché si fa esplicito riferimento a possibili sanzioni disciplinari in caso di violazione delle regole. I primi mugugni sarebbero già arrivati. Espressi, manco adirlo, proprio dalle pagine dei social network.
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