Andrea Orlando |
Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno
Napoli - Un ritorno oltre che un inizio. A Napoli che, a dire tutta la verità, non è che gli abbia portato granché fortuna politica. Ma è il regno di due campioni di populismo, Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris. Andrea Orlando presenta la sua candidatura contro Matteo Renzi e Michele Emiliano in un circolo romano e annuncia: «Avevo proposto una conferenza programmatica, hanno detto di no. Allora la faccio io lo stesso e la farò a Napoli, dove si è manifestata in tutta la sua potenza la crisi della politica. Chiameremo intellettuali, giovani, lavoratori. Io non ho tutte le ricette. Quindi devo ascoltare questo Paese, le sue forze migliori, perché una casa divisa non può reggere. Abbiamo l'onere di ricucire». Orlando è un ligure di origini campane. Dopo lo scandalo delle primarie democratiche nel 20U fu inviato a Napoli come commissario del Pd. All'epoca era responsabile Giustizia del partito poi è diventato Guardasigilli. Giovane turco senza più un pezzo (Matteo Orfini sosterrà Renzi) fino alle recenti amministrative aveva una folta pattuglia made in Naples. E ora? La candidatura di Orlando è quella che mette più in imbarazzo i napoletani.
Una su tutti: Valeria Valente, candidata alle amministrative, responsabile organizzativa dell'area, catapultata da Roma per un accordo tra renziani e Giovani turchi per battere il suo ex padre politico Antonio Bassolino. Vinte le primarie, il ministro l'ha appoggiata nella lunga corsa verso Palazzo San Giacomo, tanto da scatenare l'ironia bassoliniana («Non servono le calate dei ministri per battere de Magistris»). Sappiamo come è andata a finire. Al Comune. Poi il pasticcio ListopoU. Ora Valente è sotto attacco renziano. Oggi il gruppo consiliare tenterà di sfiduciaria. Ci riusciranno? Da Roma le diplomazie renziane sono al lavoro: se la sfiducia saltasse, per Valente sarebbe assai diffìcile non sostenere Renzi e quindi con ogni probabilità lascerebbe la compagine di Orlando. Chi è già dall'altra parte e da tempo è l'europarlamentare Andrea Cozzolino, ora lottiano, che ieri ha riunito i suoi: «Voto Renzi, perché sto sostenendo il suo sforzo di innova zione. Ad Andrea i miei migliori auguri», dice con chiarezza. E un altro che ha passato il guado è il consigliere regionale Antonio Marciano, ormai nell'area che fa capo al ministro Martina (quindi renziana) come anche Annamaria Cartoni, Enzo Amendola e Umberto Del Basso de Caro. Insomma per il Guardasigilli è, almeno in Campania, una campagna in salita. Al suo fianco già da ora ci sono Rosaria Capacchione («È l'unico che ha un progetto politico, puoi condividerlo o meno pera ce l'ha») ma anche un pezzo corposo di Giovani democratici, Marco Sarracino in testa, i socialisti con Marco Di Lello e poi Peppe Balsamo. In molti giurano che un grande mano gliela daranno anche gli scissionisti e, visto i buoni rapporti con Giorgio Napolitano, pure molti amici dell'ex presidente della Repubblica. E indubbio che Orlando parta da Napoli per sfidare il renzismo più fragile e il turbodeluchismo ormai diventata una corrente di pensiero e azione. E ieri il governatore: «II Pd ha tentato di fare operazione caritatevole dopo i mesi di notizie su Roma, le polizze, gli assessori, ha cercato di proporre agli italiani una seduta psicoanalitica collettiva, una seduta spiritica... Io sono tra quelli che non hanno capito niente di ciò che è successo». Al solito tranchant sulla scissione, poi De Luca annuncia che sosterrà Renzi, ovviamente non senza rimarcare comunque una distanza visto che la pace è stata siglata appena una settimana fa: «Credo di dover sostenere Renzi ma chiedendogli di fare delle innovazioni profonde. Stop alle posizioni di arroganza e di supponenza che abbiamo avuto, e bisogna chiedere scusa al mondo della scuola». E alla domanda sull'indiscrezione del Corsero su un accordo con Renzi per fare eleggere il figlio Piero in Parlamento si limita a dire: «Non so niente di niente. Informatemi voi». Non sarà un congresso semplice, per tutti. Anche se sulla carta, la Campania sembra un feudo renziano, anzi lottianfranceschiniano in tutti i suoi ranghi. Senza contare che tra Orlando e Renzi c'è anche Michele Emiliano, governatore pugliese, particolarmente esuberante, con un rapporto stretto con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Emiliano dal primo momento ha avuto dalla sua il deputato Simone Vallante e l'ex consigliere regionale Peppe Russo. Ma in molti pensano che alla fine anche Gianluca Daniele, se decidesse di non lasciare il Pd, potrebbe sostenerlo. E Antonio Bassolino? Continuerà a sostenere Renzi anche dopo il pasticcio delle primarie? Potrebbe sostenere Orlando che però gli ha candidato contro Valente? E Emiliano? «La volta scorsa ho votato Renzi. Da un anno aspetto che si parli di politica. Vediamo», lapidario. Si attendono sorprese.
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