Le amministrazioni di Piano, Meta, Sant' Agnello e Massa Lubrense presentano ancora il progetto. I fondi regionali serviranno a mettere in sicurezza i litorali e a effettuare ripascimento degli arenili
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
I Comuni ci riprovano. Perché quei soldi sono tanti e servono per rifare definitivamente il look a una costa mozzafiato, tra le più belle del mondo, che tra poche settimane potrà contare anche su un depuratore nuovo di zecca. E stavolta non saranno più commessi errori. Quei 13 milioni di euro prenotati in Regione Campania adesso potrebbero davvero arrivare. Ecco perché le amministrazioni municipali di Piano di Sorrento, Meta, Sant’Agnello e Massa Lubrense sono pronti a conferire un incarico professionale esterno per elaborare il progetto definitivo ed esecutivo. Oggetto: «Opere di difesa delle coste, ripascimento degli arenili e consolidamento costoni». Si tratta di un'opera pubblica che si inserisce nell'ambito degli accordi di programma quadro di difesa suolo datati addirittura 2004. Sulla serie di interventi scoppiò la bagarre la scorsa estate quando il neo sindaco di Piano di Sorrento Vincenzo Iaccarino si ritrovò per le mani una patata bollente ereditata dai predecessori. Ovvero: nonostante la giunta di piazza Cota fosse individuata come ente capofila, i Comuni non trasformarono mai in esecutivo il progetto. E tutto ciò a dispetto del fatto che i soldi vennero stanziati nel marzo 2015 dalla giunta regionale guidata dall'ex governatore Stefano Caldoro.
Inizialmente, il Comune capofila era Meta, poi si decise di virare sull'amministrazione di Piano di Sorrento. I soldi, in un primo momento, erano 9,8 milioni. Poi l'importo fu aumentato a 13. Il finanziamento era stato programmato sulle risorse dell'obiettivo operativo 1.5 del Por Campania 2007-2013 e doveva attuare il protocollo d'intesa sottoscritto dai quattro Comuni coinvolti dalla Regione Campania. Il progetto "Coste sicure" prevedeva interventi a difesa delle coste, ripascimento degli arenili e consolidamento dei costoni rocciosi. «Un'opera che punta a migliorare, insieme alla sicurezza di residenti e turisti, la stessa qualità dei servizi offerti» si leggeva in un comunicato stampa diffuso da Caldoro e condiviso dai Comuni. In un primo momento, tre milioni e quattrocentomila euro erano stati destinati al Comune di Meta, due milioni e quattrocentomila a Massa Lubrense, mentre due milioni di euro per Sant'Agnello e Piano di Sorrento. A ciò si aggiunsero altri tre milioni. «Una svolta fondamentale» dissero in coro tutti, a partire dai sindaci interessati Giovanni Ruggiero (Piano di Sorrento, ora non più in carica), Giuseppe Tito (Meta), Piergiorgio Sagristani (Sant'Agnello) e Lorenzo Balducelli (Massa Lubrense) che ringraziarono anche i consiglieri regionali Antonio Amato (non più in carica) e Flora Beneduce. Ma adesso quell'annuncio in pompa magna diventa un boomerang. E ora? Si cerca di recuperare i fondi e porre rimedio a quel patatrac. Lo scorso mese di luglio, appena insediatesi, Iaccarino convocò subito un tavolo per approfondire la questione e intervenire prontamente. Al vertice parteciparono gli altri delegati delle amministrazioni comunali. In quella sede fu confermato il ruolo di ente capofila ancora a Piano di Sorrento.
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