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martedì 28 marzo 2017

Itarella e le altre storie…Pulizie di Primavera

Itarella
di Filomena Baratto

Vico Equense - “Con questo sole, devo stare sempre buttata in un treno, su e giù per l’Italia. Mo il dottore, mo Annuccia, e poi il fratello…Da quando c’è il treno veloce anche le faccende sono aumentate, della serie la fame vien mangiando!” E’ bello viaggiare e in poche ore stare a destinazione! Lo spazio si è accorciato Itarè. Adesso, di mattina stai a Firenze e di sera a Napoli. Così al ritorno potrai fare anche il cambio di stagione, ormai è primavera”, le dice l’amica che viaggia sempre con lei” “Le pulizie? Casa mia è un gingillo, una bomboniera, la polvere non la vedi nemmeno con la lente d’ingrandimento. Sui mobili puoi metterci la pizza e mangiarla!” Non esagerare Itarè, le pulizie sono anche il cambio di stagione, abiti da prendere e posare, portare in lavanderia. Il sole ci fa spogliare. “Uffff…cominciamo! Chi vo’ o bermuda e chi a maglietta, gli zoccoli e il pulloverino, la Tshirt…intanto devo tirare giù le scatole, prendere la scala, e poi lavare e stirare, insomma, ‘na faticaaaa” “Piano, piano, non avere fretta!” “Ma che dici piano piano, oggi è tutto di fretta, amma fa’ ambress tutte cose! Na’ vota e pulizie erano belle. Si buttava tutto fuori ai terrazzi e si lavava, si sciacquava, si asciugava. Mo’ attenta qua e attenta là, nun buttà l’acqua abbasc, né scrotolliare la tovaglia giù e poi le piante, non devono respirà: terreno, filino d’erba e acqua dai vasi è robba nosta, giù manco l’ombra. A signora del primo piano “ammoscia” anche per la goccia d’acqua e l’altro giorno abbiamo fatto una questione per una briciola di pane trovata sul suo lenzuolo, e poi la puzza di vernice, a puzza ro pesc, l’odore ro sapone, e a candeggina le brucia o naso…Eh che èèèèèèèè?????? Nun se po manco cchiù fa na pulizzata comme dio a cummanna! E poi, alle cinque puoi fare rumore, devi fare presto a tirare i panni da fuori che la signora del piano di sopra altro che candeggina, consuma i litri di acido e crede che quello pulisce tutto!” Ma le pulizie di primavera, Itarella, si fanno in compagnia, non da sola come le faccende di casa. “E dove le vedi tutte queste persone per compagnia?
 
Dici bene. Io sto sempre in compagnia di Itarella e Itarella con me, per qualsiasi servizio e soprattutto quando facciamo questi lavori, stiamo sempre solo tutte e due. Non vedi anima viva, scompaiono tuttiiiiiiii. Chi tene l’allergia, mo tutti ce l’hanno, conosci qualcuno che non è allergico? E mo è a polvere, cioè gli acari, pure bambini li disegnano, e mo o sapone, mo a lana, mo a seta. Ad ogni modo io caccio tutto fuori dall’armadio e poi, prima di mettere a lavare, svuoto le tasche. Ci trovi sempre qualcosa, oggetti, carte, soldi, fermagli, scontrini, biglietti, monetine..Apriti cielo! Le cose che puoi trovare sono infinite, e poi? Succedono gli imprevisti. Una volta ho messo in lavatrice un pantalone con dieci euro in tasca. Si sono completamente scoloriti”. Itarè bisogna togliere tutto dalle tasche, svuotarle completamente! “Come se non lo sapessi, ma a volte ci trovi anche quello che non vuoi trovarci. L’anno scorso nella tasca del vestito di Cosimo ho trovato un biglietto. Quando l’ho aperto mi stava prendendo un magone. Non credevo a quello che leggevo. Sono andata a bere, mi sono fatta un caffè e poi ho riletto pensando di non aver capito. Il biglietto diceva: Caro Cosimo sei un amore e paf, un cuoricino, firmato Caterina. Non ci ho visto più. Mi si sono annebbiati gli occhi. Chi era ‘sta Caterina e che voleva dal mio Cosimo? Mi stavo quasi riprendendo che ne ho trovato un altro nella tasca destra che diceva: Caterina ti voglio bene. Ci volevano le flebo per riprendermi. Sta Caterina era già una nemica dichiarata. Vicino a Cosimo mio Ti voglio bene? Appena Cosimo è rientrato, non ha varcato nemmeno l’uscio di casa che gli ho detto:”Devi dire a Caterina che se viene qua il cuoricino glielo attacco io, alla gola! Mentre a te che hai fatto il cascamorto, non mangi per una settimana. Vedi un po’ da una pulizia di primavera che rassettata dovevo fare!” Esagerata che sei, chissà da dove provenivano, avrai preso una svista di sicuro! “Cosimo mi diceva che non conosceva nessuna Caterina e lo giurava pure, capisci? Mannaggia a me e le pulizie di primavera. Per questo piace la monnezza, accoppa sempre tutte ‘e ccose. ‘A pulizia, invece, scopre e svela!” E Cosimo? “Non ha mangiato per una settimana, si è sciupato, poverino. Io lo vedevo e stavo male”. E non reagiva? “Si, dicendo che ero matta e non ci stavo con la testa, che ero stressata e avevo bisogno di una vacanza. Intanto ho sospeso le pulizie, mi ero troppo impressionata, mi sono messa a fare le pastiere. Così ho chiamato mia madre e le ho mostrato i biglietti con le scritte!” E lei? “Ha riso come una matta e non la smetteva più. Io mi innervosivo e lei rideva e poi mi ha detto:Itarè, mammà te vo’ bbene assaje, si tropp forte, questo diceva e rideva come se fossi stata un fenomeno da baraccone, capisci? E così le ho detto: Ma se po sapè che ti ridi? Tu ridi ma a me viene da piangere. Dopo dodici anni esce fuori una Caterina! Itarè a mammà, ci vuole l’oscar per la nebbia dei tuoi occhi, hai avuto, un’eclissi. Ma lo vedi dietro che c’è scritto? E che c’è scritto? In piccolo piccolo Disneyland, e questo è di Annuccia quando siete andati a Parigi, l’amichetta Caterina, te la ricordi??????????? Il primo biglietto lo scrisse l’amichetta di Annuccia a Cosimo che li portò sulle montagne, mentre l’altro, l’amichetto di Caterina, che le faceva il filarino! Volevo squagliare. Per una stupidaggine ho lasciato Cosimuccio per una settimana a pane e acqua, manco un carcerato! Ma senza accorgermene, penso che la mamma gli cucinava. Lui si sarà inventato una scusa. Ma non erano i miei piatti e a Cosimuccio piace solo quello che cucina Itarella! Itarè, stai troppo in casa, devi uscire, ti prendi una nevrosi qua dentro con marito e figlia. Esci Itarè, è primavera a mammà, piglia aria, aria, nun te mettere cu sti pulizie! Mammà, a colpa è a toja, quando io volevo ascì tu decive semp: E pulizie Itarè, nun se po scì semp! Te ricuord? Mammà ià fa pace cu te stessa, famme capì! Questa è stata la pulizia di primavera dell’anno scorso. Quest’anno la faccio velocemente senza guardà. Me chiudo l’ uocchie e vado a tentoni: questo sì, questo no. Così non si avranno colpi e poi, dopo, aria, aria, aria, cumme dice mammà!” Brava Itarella, e pulizie le ia fa dinte, no a fore, capito? “Dentro o fuori sempe monnezza è!”

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