Fulvio Bonavitacola |
Regione Campania - Quindici macro aree omogenee che, insieme, formeranno il "puzzle" del Piano paesaggistico regionale della Campania. Così il vicepresidente della Regione Campania con delega all'Ambiente e all'Urbanistica, Fulvio Bonavitacola, descrive l'iter che porterà alla redazione definitiva del Piano paesaggistico, per il quale si attendono i primi risultati "nei prossimi mesi". Il procedimento è partito da quello che Bonavitacola definisce il "passaggio fondamentale, cioè l'accordo, nell'estate del 2016, tra Ministero dei Beni culturali e Regione per la redazione condivisa del piano paesaggistico". Passaggio necessario poiché, ricorda il vicepresidente della Regione Campania, "in base a quanto previsto dal Codice dei beni culturali la pianificazione paesaggistica è a potestà condivisa Regione-Ministero". "A seguito di questo atto prosegue - si è insediato un tavolo tecnico al quale partecipano rappresentanti del Ministero e del la Regione Piano paesaggistico Regione divisa in 15 macroaree Campania, che sta lavorando all'elaborazione del piano". Al riguardo si è deciso che "la Regione ha il compito di elaborare i vari documenti, mentre il tavolo vaglierà successivamente la condivisione o meno. Non c'è un'elaborazione congiunta ma una condivisione in corso d'opera".
Ed ecco quanto ha deciso la Regione, sancito da una delibera approvata lo scorso 28 dicembre: "Si è ipotizzato - spiega Bonavitacola - di suddividere il territorio della Campania in 15 ambiti, omogenei, tenendo conto delle rispettive caratteristiche paesaggistiche identitarie. La Direzione per il governo del territorio è attualmente impegnata nelle procedure di selezione di 15 gruppi di redazione, che avranno coordinamento in una cabina di regia da me presieduta, e che procederanno alla fase dell'elaborazione del piano, la ricognizione dei vincoli, la cartografia, le norme tecniche di attuazione e le scelte di pianificazione". Il tutto tenendo presente che "il piano paesaggistico di nuova generazione non è più l'antico piano delle zone vincolate ma il piano dell'intero territorio, in base alla Convenzione di Firenze del 2000, e che nella visione moderna un piano del paesaggio non è soltanto un piano di congelamenti di vincoli e di tutele, ma è un piano attivo di interventi per valorizzare il territorio". Vale a dire, ragiona Bonavitacola, "togliere le ecoballe equivale a fare un pezzo di piano del paesaggio". Sui tempi Bonavitacola non nasconde il suo ottimismo: "Stiamo avendo incontri periodici e credo che tra qualche mese potremmo arrivare alla redazione di un preliminare di piano".
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