di Filomena Baratto
Vico Equense - Con l’arrivo della bella stagione siamo tutti a dieta e, se ancora non lo siamo, diciamo domani, così che nascono diete di ogni tipo, anche le più bizzarre. Le donne, più degli uomini, sono perennemente a dieta in previsione della prova costume, e, proprio per il fatto che il fisico non migliora poi più di tanto, ogni anno hanno bisogno di un nuovo costume per far cadere l’attenzione sul modello, sul colore mimetizzando le forme. Se potessimo andare a mare bardati, sarebbe anche meglio, non ci vedrebbe nessuno, avremmo il diritto di non seguire nessun programma, tanto la linea resterebbe chiusa negli abiti. Le ragazzine fanno diete brevi, piccole, insignificanti, per poi rimpinzarsi al primo party affogando magari in una torta, in un gelato, in chili di panna. Si lamentano della cellulite che lievita, secondo loro, da tutte le parti e stentano a emulare i canoni di bellezza in voga, al contrario, se sono in linea, quasi non mangiano per non mettere un etto. Le adulte invece, stanno sempre con creme in mano: per i massaggi, per il drenaggio, per rendere liscia la pelle, per rassodare, per uniformare. Le donne hanno una passione per le creme, sono le amiche più vere, quelle che le stirano, tolgono i segni, idratano, coprono. Spesso diamo alle creme un potere che non hanno e il fatto di costare una cifra, le rende, ai nostri occhi, più efficaci. Una volta, in profumeria, ho visto una signora chiedere una crema antirossore, da usare dopo pranzo, quando aumenta la couperose e per uscire, doveva nascondere quell’inestetismo.
La cellulite invece, fa i dispetti e, mentre cerca di rientrare colmando le fossette sulle cosce, rendendo la pelle liscia, fa comparire di nuovo il dislivello e ci fa ricordare che abbiamo “sgarrato”. E poi puntualmente, quando ti stai convincendo che è ora di fare una dieta vera, con il medico che controlla e pesa, proprio in quel momento esce la notizia di turno che dice “piena è bello”, che la cellulite non è una malattia e che alla donna fa bene mangiare dolce, per una questione di ormoni, di consumo, di benessere. Ma la donna, poverina, si deve misurare con quelle donnine filiformi che escono dalle pagine dei giornali e che gli stilisti amano tanto per la poca stoffa che con loro devono usare e ci impongono la pancia iperpiatta, i glutei iperscolpiti, il seno ipersodo, le cosce iperatletiche. Ma con la vita che oggi fanno le donne, si può passare il tempo tra palestra ed estetista e viceversa per sei giorni, la domenica lasciamola libera, su sette? E poi, se così fosse, quando si vivrebbe se passassimo tutto il tempo in palestra e nei luoghi di bellezza? Intanto la donna snella e soda ci guarda dal giornale magari dal tavolino della sala d’attesa di un medico, o dalle copertine dell’edicola, o ancora durante un viaggio, quando sfogliamo le riviste di moda per ammazzare il tempo e le donnine insistono facendoci sentire come dei modelli “ibridi”. E che, non ci proviamo? Certo! Allora ci affidiamo per primo alla dieta della banana, sì quella di mangiarne una ad ogni morso di fame e col piombo che ci ritroviamo nello stomaco, la fame dovrebbe scemare. Dopo i primi entusiasmi, cediamo per il fatto di avere puzza di banana anche nei capelli. Ci precipitiamo dal dietologo, il quale dapprima ci sembra amico, ci viene incontro, poi tutto a un tratto sembra farci entrare in un imbuto per come restringe il nostro cibo. A quel punto ci sostituiamo al dietologo e facciamo di testa nostra, magari con un bel digiuno e un’abbuffata serale, o un giorno di dolciumi e un altro di pane, e poi di verdura. Ma, in tutti questi esperimenti, notiamo di aver messo su qualche chilo e molliamo tutto. Se ci chiedono se facciamo la dieta, diciamo che dobbiamo iniziare e così rimandiamo a chissà quando. A quel punto, demoralizzate, pensiamo a qualche ritocchino, alla pancia, al lato b, a quello a, sì, oggi anche a quello a, insomma a tutta la figura geometrica. E se facessimo un ritocchino al lato c? Per dire il cervello, così da non farci pensare in modo ossessivo e non corretto alla dieta? La dieta è quella “cosa” che dobbiamo tener conto più per mangiar sano che mangiar poco. Oggi l’alimentazione deve essere una scienza e non solo un modo per ingerire cibo, e più dei rotolini sono preoccupanti le patologie, come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’obesità… che nascono con il cattivo assorbimento dei cibi e delle loro quantità. Obiettivo dovrebbe essere il mangiar sano, mangiar bene, senza fretta, con gusto, sapendo che tutto quello che va giù diventa carburante per la nostra macchina. Prima di partire per una dieta, usiamo la buona abitudine di rivolgerci al medico e non fare da soli, che la bellezza non è uniformarsi agli altri, ma prendere atto del proprio corpo e delle possibilità di migliorarlo e capire che più che belli, bisogna essere sani e in buona salute. Far riferimento a certi modelli ad ogni costo, non ci fa star bene, ma ci rende infelici. L’unica persona a cui dovremmo tendere come modello, siamo noi stessi, unici e con la nostra forma. Il primo passo per essere belli è accettarsi per quello che siamo.
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