Chiesa di San Salvatore |
Vico Equense - Ieri la Chiesa di San Salvatore era gremita fino all’inverosimile per l’ultimo saluto a Luca. Il paese era tutto lì, assiepato sul sagrato, nella piazza e nella strada. La presenza dei giovani è stata massiccia, tutti a piangere l’amico con la rabbia negli occhi e la tristezza nel cuore: non doveva finire così. I genitori sono arrivati in chiesa poco prima della messa aiutati dai parenti. Gli sguardi di tutti erano alla ricerca di un perché. Dai volti venivano fuori espressioni di domande che chiedevano risposte che solo la fede può dare. Il sacerdote ha colto le richieste rispondendo con la promessa che “ci sarà una nuova vita”. In questi casi anche la fede vacilla, ci si perde nelle nostre paure e impotenza davanti all’ineluttabilità della morte. Volti tristi, sensazione di vertigine, soffocati dal dolore di vedere l’inizio di un nuovo viaggio. Alcuni ragazzi hanno letto lettere di affetto per Luca e la famiglia. “Com’è penosa l’attesa del giorno che deve assorbire la morte nella vita!” diceva Sant’Ambrogio, ma ancora più penosa, aggiungerei, quando la morte è prematura. Intorno a lui tanti ragazzi emozionati legati da un affetto sincero. I giovani sanno essere calorosi e conoscono il sentimento dell’amicizia come forse tra adulti è andato a scemare. Ne ho visti arrivare fino alla fine e tuffarsi tra la folla per non mancare. Molti non resistevano e uscivano subito dopo, altri sono rimasti accanto all’amico fino alla fine. Un senso di impotenza ha pervaso tutti, sentendoci parte di un destino comune. Senza amore tra di noi non resta niente, siamo forti quando siamo uniti. Tutto il resto non conta. Eravamo come nelle mani di qualcuno, affidati a chi dispone della nostra vita. In quel momento c’è stato comunione e ho potuto sentire come nel dolore ci si senta uniti.
Nessuno mancava all’appello, Luca è stato il figlio di tutti, amato e ben voluto da chi lo ha conosciuto. La musica e i canti hanno fatto da colonna sonora ai pianti e alle emozioni forti mentre le parole del sacerdote hanno dato una speranza. All’uscita dalla chiesa si sono visti in aria tanti palloncini bianchi, un simbolico saluto per la giovane anima. Un interminabile corteo ha seguito il feretro fin giù alla croce. Qui si è poi sciolto per lasciare Luca ai suoi. Un corteo silenzioso, commosso, rispettoso e unito sotto un sole di primavera beffardo e noncurante di quanto accadeva. Ma forse il sole ha voluto abbracciare con i suoi raggi proprio l’anima che si levava al cielo.
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