Fonte: Antonio di Costanzo da La Repubblica Napoli
Regole infrante, lavoro in nero e prezzi sempre più alti. Ecco la cartolina dalle spiagge della Campania dove il mare è negato a molte famiglie. Dopo l'inchiesta di "Repubblica" scattano le verifiche della Guardia di finanza. Trenta pattuglie del comando provinciale di Napoli e del reparto operativo aeronavale hanno organizzato un "Piano di controllo economico del territorio" che ha interessato diverse aree, a forte vocazione turistica, della provincia di Napoli e di Salerno. In particolare i finanzieri, agli ordini del tenente colonnello Massimo Otranto, si sono concentrati sugli stabilimenti balneari di Capri, Ischia, Salerno, Baia, Pozzuoli, Sorrento e Massa Lubrense. Nello specifico sono stati effettuati circa 40 controlli nei confronti di altrettante attività ed è emblematico il risultato riscontrato: ben 30 violazioni tra mancata emissione dello scontrino fiscale per il noleggio di lettino, sdraio, ombrelloni, somministrazione di alimenti e bevande e mancata esposizione al pubblico del prezzario dei servizi offerti. Tariffe che non venivano esposte neanche per i parcheggi. Di più: i finanzieri, che nei prossimi giorni effettueranno nuovi controlli, hanno scoperto anche lavoratori in nero, di cui un minore. Insomma, un ba2ar di irregolarità che incide pesantemente anche sulla qualità dei servizi e fa lievitare i costi.
Con il risultato che per molte famiglie il mare è letteralmente vietato. L'inchiesta di "Repubblica", in particolare, ha messo in evidenza che a Napoli è provincia quello dei bagni di mare gratuiti è un diritto negato. Esisterebbe una regola: il confine tra terra e mare è del demanio, e tutti possono accedere senza, però, danneggiare l'attività d'impresa del concessionario che gestisce il lido. In parole povere l'accesso al mare dovrebbe essere concesso a tutti, ma molto spesso i lidi costruiscono una barriera tra i cittadini e il mare. La Campania, secondo i dati pubblicati dall'Adoc (Associazione difesa orientamento consumatori) è tra le regioni dove i prezzi sono fermi all'anno passato: ma c'è poco da sorridere visto che una giornata al mare arriva a costare 70 euro a famiglia. Le alternative, ovvero le spiagge libere, sono poche o mal servite. A Napoli, se si esclude quella di Bagnoli dove, però, la balneazione è vietata, l'unico lembo di spiaggia gratuita è quello della rotonda Diaz, la cosiddetta "Mappatella beach". Eppure per legge, il 20 per cento del litorale deve essere disponibile per i cittadini, come anche la porzione di cinque metri di battigia - la spiaggia a ridosso dell'acqua - che, in virtù della legge 217 del 2011 all'articolo 11 da vita al "diritto libero e gratuito di ac cesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione". Ma molti lidi, impediscono a chi non paga di arrivare al mare. Di più: c'è la complicata questione dell'abusivismo. Per quanto riguarda l'occupazione di suoli demaniali, ad esempio, da Baia Domitia (Caserta) a Palinuro (Salerno) recentemente sono stati controllati cinquantotto lidi balneari. In due casi gli stabilimenti sono stati sequestrati perché interamente abusivi. Emblematico quando accaduto a Puolo: la Guardia costiera di Castellammare ha bloccato e denunciato una persona che dal nulla aveva creato uno stabilimento balneare con tanto di attrezzature su una superficie di 2000 metri quadri, Non contento l'abusivo aveva predisposto anche una piattaforma per il noleggio delle barche. Entrate giornaliere stimate: oltre 10 mila euro. (antonio di costanza)
in una delle concessioni rilasciate
RispondiEliminai gestori hanno messo dei massi su una piccola spiaggetta per evitare che la gente la usi in luogo delle proprie aree...
mi e Vi domando: è cosa legittima?
Il Sindaco e l'assessore delegato ne sono al corrente??!
Se del caso non lo sapevano, ora lo sanno..!
Ritireranno le concessioni a chi fa pagare un ingresso NON dovuto ai minori di 12 anni e usando banalissimi e bassissimi espedienti