Fonte: Fiorangela d'Amora da Il Mattino
Castellammare di Stabia - Fiamme e paura sul Monte Faito: e una mulattìera diventa l'unica via di fuga. La strada che si snoda per 13 km di curve sul versante stabiese del Faito, chiusa da anni al traffico per la sua pericolosità, è anche l'unica via di accesso da Castellammare verso la cima del monte. In questi giorni, mentre il Faito bruciava, è stata anche l'unica via di fuga percorribile. Così il divieto di accesso che sbarra l'ingresso poco dopo la collina di Quisiana è stato spostato, permettendo il passaggio in auto a turisti e residenti che volevano scendere dalla montagna. In realtà il sentiero, oggi impraticabile a causa di buche, alberi pericolanti, piccoli smottamenti e massi sulla carreggiata, che divenne strada per volere del conte Girolamo Giusso, antico proprietario della montagna, fu prima privato e poi pubblico. Dopo l'ultimo passaggio di consegne, nel maggio 2007, quando la strada passò dalla gestione della Società Fintecna Immobiliare s.r.l, in parti uguali alla Regione Campania e ali'allora Provincia di Napoli, nessuno ha più deciso cosa fare. I boschi che sovrastano Castellammare sono terra di nessuno, fantasmi imponenti sulla città. Talmente dimenticati che oggi che la montagna brucia, gli uomini dei soccorsi si sono imbattuti nell'ennesima sorpresa. Un vecchio cavo, probabilmente utilizzato per il trasporto della legna, non presente in alcuna cartina di volo, ha rischiato di mettere in pericolo le operazioni di spegnimento dal lato stabiese. La presenza del cavo ha fermato di fatto gli elicotteri, e per arrivare al Faito ed ai piccoli incendi sulle colline di Castellammare solo gli uomini del Ross e i canadair sono potuti intervenire.
La segnalazione è arrivata dalla protezione civile agli uffici regionali e comunali, sarà ora il Comune a decidere come intervenire per tranciare un abuso talmente vecchio che non compare nemmeno tra le carte dell'ufficio tecnico. Ma parlare di paradosso se di mezzo c'è la strada del Faito è ormai un'abitudine. Per «la sistemazione idrogeologica di alvei torrentizi ed opere idrauliche» la Regione ha appena sbloccato dieci milioni. Ma come sempre, il finanziamento ha bisogno di un progetto esecutivo per essere utilizzato. «Il solo piano delle opere oggi ci potrebbe costare ali'incirca 300 mila euro - commenta l'assessore ali'ambiente Balestrieri - la nostra è una corsa contro il tempo per mettere a bando gli interventi».
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