Tristano Dello Ioio |
Fonte: Stella Cervasio da La Repubblica Napoli
La sua nomina fu chiacchierata ma lui per smentire si è messo subito all'opera: Tristano Dello Ioio da maggio è presidente del Parco dei Monti Lattari e questi giorni li ha trascorsi sul Faito con gli sfollati. Imprenditore alberghiero "pupillo" di De Luca, si parlò di lui come assegnatario di una carica senza averne i titoli. È ancora lì al tramonto sulla montagna che brucia. "Attacco o atto scellerato, stiamo combattendo su più fronti, e non è facile fare queste prove generali di soccorso ora che il Corpo forestale non c'è più". Dello Ioio, qual è la sua idea? "Più di un mese e mezzo fa abbiamo organizzato un tavolo tecnico per creare un'unica cabina di regia come nei parchi del nord Italia, con ranger e squadre antincendio, che possano operare indipendentemente sul territorio del parco". Attualmente su quanti uomini può contare? "Abbiamo sei dipendenti. Questi parchi non sono costituiti secondo le regole, sono spesso abbandonati a se stessi, e noi speriamo che questo possa cambiare. Vorremmo autonomia di gestione almeno per le prime ore dell'emergenza, senza aspettare che qualcuno chiami i Canadair da Roma". E questo come sarebbe possibile? "Ho introdotto il concetto di protezione civile interparco. Un'interforze con protezione civile e polizia interna al parco addetta alla prevenzione e alla tutela del territorio. Promuoveremo corsi di specializzazione. Creeremo sinergie tra le varie associazioni di volontari sul territorio: alcune svolgono vere e proprie funzioni di protezione civile, stiamo andando avanti grazie a queste persone". Anche sul Faito? "Qui abbiamo gli Avuef che sono gli angeli dellla montagna. Un gruppo di 120 volontari nato nel comune di Vico Equense". Quali sono le criticità nei soccorsi? "La riforma Madia ha rivelato le sue carenze. Ci sono i Dos che sono figure con le mani legate, non conoscendo bene i territori come la Forestale. Ora dobbiamo trovare una formula interna a costo zero, con i mezzi che ci sono".
A costo zero? "Sì, ottimizzando quello che c'è, come i mezzi parcheggiati rimasti inattivi per motivi burocratici, e va sbloccato l'accesso a finanziamenti che si possono ottenere per acquistare mezzi e attrezzature: l'interlocutore dev'essere uno e il parco deve diventare un ufficio di servizi". Come si prepara una montagna a un'emergenza? "Ciascuno dei 27 Comuni comune dovrebbe individuare una figura. Castellammare ci ha concesso l'intero piano terra della reggia di Quisisana, il sindaco ha sposato il nostro progetto e renderemo operativa una sala radio, l'atterraggio dell'eliporto e un parcheggio custodito per mezzi che spero avremo dalla Regione. A settembre entreremo in possesso dei locali, la prima cosa a entrare in funzione ad opera dei Ross di Castellammare sarà la sala operativa: si tratta di un'associazione di volontari con alta specializzazione nel primo soccorso. Hanno mezzi a mare antincendio e a terra con guardie ambientali che potrebbero svolgere funzioni di ranger. Il 21 agosto ci sarà al Quisisana un convegno delle guide escursionistiche della Regione. Il primo passo per una cabina di regia unica".
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