Capri - Un vero e proprio scempio è avvenuto martedì mattina in Via Camerelle 5: i protagonisti tra cui quattro operai e il dirigente dell'Ufficio Tecnico del Comune di Capri, Massimo Stroscio. Ad essere oggetto del provvedimento di rimozione era la tenda della boutique Capri Watch Jewels, perchè secondo l'opinabile ordinanza, la stessa non era conforme al colore imposto dalla Commissione Paesaggistica. Una querelle che va avanti da tempo, con continui rimpalli tra gli uffici tecnici comunali ed i legali di Capri Watch che ritenevano e ritengono la tenda distrutta pienamente legittima e conforme a tutte le normative ed i regolamenti. Avverso l’ordinanza i legali di Capri Watch avevano già provveduto a redigere il ricorso al TAR che scadrà il prossimo 3 novembre e che decreterà di chi è la ragione. L'operazione, dai connotati ingiustificatamente violenti, eseguita lo scorso martedì mattina dal dirigente comunale e quattro operai incaricati è stata ritenuta quindi un vero e proprio sfregio perpetrato nei confronti di dell’Azienda titolare del marchio Capri Watch, che è diventato da alcuni lustri uno dei più famosi simboli dell'Isola.
Sorprendentemente e senza aver avvertito alcuno, approfittando del negozio chiuso, anzichè rimuovere l’intera tenda, la squadra di operai del Comune, assistiti e diretti dal dirigente dell'ufficio tecnico, e sotto i suoi occhi, in disprezzo di quasi di tutte le norme antinfortunistica, muniti di 2 scale di cui una lunga oltre 4 metri, senza indossare caschi di protezione, né cinture o imbracature né alcuno dei presidi di sicurezza necessari per legge, hanno dato il via ad una scellerata distruzione della tenda sfregiandola con taglierini e forbici, lacerandone il pregiato tessuto e tagliuzzando con le forbici persino il famoso logo aziendale che era impresso al centro della struttura. Tra i danneggiamenti vi sono anche corde, cavi e l'impianto elettrico, poiché la tenda era comandata esclusivamente da una centralina elettronica. Alla fine della “mattanza” gli esecutori si lasciavano dietro soltanto lo scheletro e cioè una struttura in metallo infissa alla parete e le altre traverse metalliche prive del tessuto. “Non si capisce il perchè di tanto accanimento per una tenda che noi riteniamo conforme alle leggi e per verità anche una delle più eleganti della nostra strada del lusso” dichiara Staiano, “tra l'altro quella mattina non solo ho dovuto assistere alla devastazione di un bene aziendale registrandone il danno, ma non oso immaginare a quanto ammonti il maggior danno subìto per la grave lesione all’immagine della nostra gioielleria e del nostro brand con ricaduta internazionale a causa di questa prepotente azione distruttoria. Inoltre, solo per aver deciso di documentare con dei video le assurde modalità con cui si procedeva ai danneggiamenti e alla sottrazione di un bene aziendale sono diventato bersaglio di pesanti offese, di gravi diffamazioni e persino di percosse”. “Infine, continua Staiano, oltre a danneggiare irrimediabilmente un bene di nostra proprietà, gli operai del comune guidati dall’ arch. Stroscio sono arrivati addirittura a sottrarre illegittimamente dalla nostra disponibilità il pregiato tessuto, smaltendolo illecitamente tra i rifiuti ordinari. Chiederò quindi al Sindaco ed al segretario comunale, per quanto di loro competenza in sede disciplinare, di sanzionare l'operato dei dipendenti pubblici del Comune che hanno avuto atteggiamenti e condotte a dir poco indecorose e non degne del nome della nostra Isola. Vista la gravità di quanto ho esposto mi auguro che il Sindaco di Capri prenda immediati provvedimenti contro gli autori di un gesto che nulla ha a che fare con una corretta azione amministrativa e che invece ha le connotazioni di un’inaudita, gratuita ed inspiegabile violenza, eseguita da una squadra di ben 4 operai ed un dirigente del Comune, contro il marchio Capri Watch, i quali hanno approfittato della nostra assenza per avviare una torbida manovra di danneggiamento avendo ben cura che fosse una “grottesca sceneggiata” non senza il piacere di spettacolarizzarla di fronte a centinaia di ignari passanti tanto che il dirigente Stroscio, compiaciuto di se stesso, affermava ripetutamente: “hai fatto una figura di merda pubblica!"
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