L’evento è destinato a 100 medici, infermieri professionali, psicologi, biologi, terapisti
della riabilitazione, educatori professionali e dietisti
Vico Equense - Venerdì 27 ottobre 2017, dalle ore 9.00 in poi, al Castello Giusso si svolgerà il convegno: “L’anticorpo. Curare i disturbi del comportamento alimentare nell’ istituzione”, organizzato dell’Asl Na 3 Sud - dipartimento della salute mentale con il patrocinio del Comune di Vico Equense. Dopo i saluti del Sindaco Andrea Buonocore, relazioneranno sul tema Vincenzo Borrelli, responsabile chirurgia laparoscopica e dell’obesità - U.O. Chirurgia Generale e Batriatrica – Istituto di cura Città di Pavia, Gruppo Ospedaliero San Donato – Pavia; Camilla Albini Bravo, psicologa, analista didatta AIPA-IAAP; Nunziatina Coppola dirigente medico psichiatra UOCSM San Giorgio a Cremano – ASL Na 3 Sud responsabile aziendale della rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare; Margherita De Bac, scrittrice, giornalista scientifica del Corriere della Sera; Giancarlo Di Pietro, psichiatra - psicoterapeuta, Università Federico II, Napoli; Giovanni Ghidella, dirigente medico – reparto medicina P.O. Vico Equense ASL Na3 Sud; Ignazio Senatore, responsabile dell’ambulatorio DCA della clinica psichiatrica, Università Federico II, Napoli, didatta SIPR e ISPPREF, presidente sezione Campana SISDCA, presidente sezione SIP “Cinema e Psiche”; Tiziana Serra psicologa - psicoterapeuta Istituto di Neuropsichiatria Infantile - Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari; Romana Schumann, responsabile del settore psicoterapico del Centro Gruber di Bologna. I disturbi del comportamento alimentare, nelle varie espressioni che li distinguono, rappresentano la patologia più diffusa nella società occidentale dell’ultimo ventennio. In Italia sono 3 milioni le persone che soffrono di problemi legati all’alimentazione. Le espressioni sintomatiche del problema, un cattivo rapporto con il cibo e l’alterazione della percezione del proprio corpo, sono la manifestazione più conclamata e spesso drammatica di un processo in cui si intrecciano fattori biologici, sociali e psicologici. "Lo scopo del nostro lavoro - spiegano gli organizzatori del convegno - con i pazienti è proprio quello di far loro riconoscere quelle parti di sé negate che proiettano sul corpo, tanto da farci pensare che agiscono contro di esso come un anticorpo, non riconoscendolo e rifiutandolo come fosse un antigene. Questo momento di incontro e confronto multidisciplinare potrà servirci a continuare il nostro lavoro quotidiano aperti a nuove possibilità di lettura del problema, arricchiti di nuove esperienze e riflessioni condivise."
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