Ogni anno almeno 20 famiglie si rivolgono al Tar Campania e ottengono un insegnante “full-time”
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - Ogni anno, in media, le famiglie di 20 alunni diversamente abili della penisola Sorrentina si ritrovano costretti a dover ricorrere alle vie legali per ottenere un numero di ore di sostegno adeguato alla patologia dei propri ragazzi. E’ una media abbastanza elevata che viene fuori consultando l'archivio telematico del tribunale amministrativo regionale della Campania. Si tratta di una triste consuetudine che agli inizi dell'anno scolastico torna inevitabilmente al centro delle discussioni. Motivo? Iniziano le lezioni e genitori di ragazzi con una maggiore presenza da parte dell'insegnante di supporto. Ma a chi spetta a segnare le ore di sostegno? C’è in prima fila il Miur, anche se pesa molto il mezzo groviglio burocratico che si gioca sull'asse allestito tra scuola, ufficio scolastico regionale e Ministero della Pubblica Istruzione. La procedura da seguire per determinare la quantità del servizio di supporto per gli alunni diversamente abili si basa sulla produzione del Pei: si tratta del piano educativo individuale che viene “licenziato” dalla dirigenza scolastica locale per l'anno scolastico successivo. Per arrivare a questo tipo di provvedimento - alla cui istruttoria partecipano anche le famiglie dell'alunno diversamente abile oltre a medici e operatori, parliamo di un obbligo che rientra nella legge 104/92 - si discute evidentemente della patologia di cui soffre l'alunno e del percorso migliore che dovrà consentire allo studente di frequentare senza intoppi la scuola.
E così, in virtù della tipologia di disabilità, si definisce il numero di ore settimanale che bisognerà assicurare al ragazzo. Ma lo stesso Pei è oggetto di “analisi” del Miur e dell'ufficio scolastico regionale. E non sempre le risposte sono giuste: in numerosi casi il sostegno è garantito, ma non nella misura sufficiente che viene previsto dalla scuola che frequenta il ragazzo. Fatta la somma, ecco il totale: poche volte si rientra subito nella tabella di ore precisata dallo stesso Pei. Ed è così che comincia la battaglia legale che vede - giustamente - sempre vincere le famiglie. L'ultimo caso balzato agli onori delle cronache riguarda uno studente dell'Istituto Tasso di Sorrento. Da Roma inizialmente gli erano state assegnate 12,30 ore settimanali e non le 40 necessarie come pure avrebbe voluto l'istituto. La scuola, guidata dal dirigente scolastico Marianna Cappiello, Evidentemente è dotata del Pei e il TAR della Campania - con la sentenza depositata la scorsa settimana - ha condannato il Ministero che adesso dovrà assicurare la copertura per l'intera fascia di sostegno. C'è di più. A Sorrento il Pei è stato approvato addirittura lo scorso maggio. Una decisione in anticipo che ha visto il Miur e gli uffici napoletani assegnare le ore di sostegno prima dell'inizio dell'anno scolastico. Una tempistica che ha consentito ad alcune famiglie di poter impugnare il provvedimento prima dell'avvio delle lezioni consentendo così di arrivare a una sentenza positiva è un pieno riconoscimento del sostegno in coincidenza con l'apertura delle scuole. Ma non sempre è così. E a volte ci si imbatte nella volontà delle famiglie di non ingaggiare avvocati.
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