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mercoledì 4 ottobre 2017

PUT, si potrà di nuovo costruire? Se ne discute a Piano di Sorrento

Piano di Sorrento - Questa mattina, presso la sala Consiliare di Piano di Sorrento, è in corso un confronto pubblico con amministratori e tecnici, sulla proposta di legge regionale di modifica e aggiornamento del PUT, presentata dal Vice presidente della Commissione Bilancio Alfonso Longobardi (Gruppo consiliare “De Luca Presidente”). L’intento è quello di proporre un ragionato aggiornamento all’apparato normativo su cui è fondato il Piano Urbanistico Territoriale dell’Area Sorrentino - Amalfitana contenuto nella legge regionale della Campania 27 giugno 1987, al fine di renderlo più aderente e coerente con le evoluzioni legislative statali e regionali che si sono succedute nel tempo, anche con riferimento alle nuove tecnologie, ai materiali da costruzione e alle energie rinnovabili. Per molti urbanisti e persone che si sono nel tempo occupate dell'argomento, resta ancora uno strumento a difesa della “peculiarità territoriale” di queste due coste. Come l’urbanista Alessandro Dal Piaz, che sulle modifiche ha colto alcuni rischi: il Put che diventa subordinato alla approvazione dei singoli piani comunali, la possibilità che così passino presso i Comuni modifiche edilizie non ammissibili, interventi su strade e porti, ampliamenti volumetrici, piscine, nuove strutture turistiche. Che l'assunto della legge sia che il Put fa da tappo è circostanza non negata da Longobardi, che vuole dare così regole certe ai Comuni su come agire in certe situazioni. Visto che in molti di quei Comuni però il piano regolatore latita da anni, sembra un cul-de-sac. Per impedire la modifica, Dal Piaz invoca “un'urgente mobilitazione dell'opinione pubblica più avvertita e sensibile.”
 
In breve, se molti “mostri di cemento” non sono sorti, molto si deve a questo strumento, spesse volte definito dagli stessi amministratori comunali: “logoro” e che “blocca lo sviluppo del territorio”. A ogni buon conto la legge ritoccata dal Consigliere Longobardi è ora tornata in commissione, per un esame con tanto di audizioni di associazioni e operatori di settore. Ne era uscita approvata, in luglio, ma poi è emersa la necessità di alcune modifiche. L'approvazione del PUT nel 1987 avvenne dopo la legge Bucalossi (l.10 del 1977) che riaffermò l'istituto della demolizione delle opere edilizie senza concessioni o autorizzazioni; e la legge Galasso (8 agosto 1985, n.431) che dispose tra l'altro l'assoluta inedificabilità del territorio dell'intera Costiera, dove si legge nel decreto antecedente la conversione in legge: “è in atto una massiccia, continua e indiscriminata aggressione al territorio, anche per il dilagare dell'abusivismo”, e che impose alle Regioni di approvare i Piani paesistici entro il termine perentorio del 31 dicembre 1986, minacciando in caso contrario l'intervento sostituto dello Stato. Questi anni furono senz'altro caratterizzati da una spinta verso un risveglio della sensibilità ambientalista. E seppure in ritardo, con l'approvazione del “Piano urbanistico territoriale dell'area sorrentino-amalfitana”, ci fu una svolta per il destino delle due Coste. Intanto è stato modificato nel corso degli anni tre volte: nel 1992, nel 1993 e nel 2000: sono state rese più flessibili le norme relative al rilascio di concessioni edilizie, alla realizzazione di opere pubbliche. Si continua però a discutere sulla sua revisione.

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