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giovedì 7 dicembre 2017

Ma tu vulive ’a pizza, ’a pizza, ’a pizza, cu ’a pummarola ’ncoppa...’a pizza e niente cchiù…


Vico Equense - «Volevo offrirti, pagandolo anche a rate, nu brillante e quínnece carate…Ma tu vulive ’a pizza, ’a pizza, ’a pizza, cu ’a pummarola ’ncoppa...’a pizza e niente cchiù!» cantava Aurelio Fierro nel 1966. Un motivo che è entrato nella storia della canzone napoletana. Così come la pizza che, dopo sette anni di negoziati internazionali, ha ottenuto un riconoscimento “storico”: l’Arte del pizzaiuolo napoletano è ora Patrimonio dell’Umanità! Potremmo anche dire che la sua casa è qui, visto che a Vico ha frequentato le scuole fino all’Università. La pizza non è solo un alimento, un cibo, un gusto, un capriccio, una voglia, un desiderio, la pizza è tante cose e di più. Non la si disdegna mai, possiamo mangiarla tutte le sere o una volta a mese, possiamo essere pieni quanto vogliamo e aver mangiato da poco, davanti a una pizza nessuno indietreggia. Basta solo il profumo del pomodoro che si lega alla mozzarella e il basilico, per risvegliare le papille gustative e fare l’acquolina in bocca. Tantissime le variazioni sul tema, tanti i gusti in tutte le forme e per tutti i palati.
 
Da quella famosa focaccia presentata alla regina Margherita, ma anche prima di allora, nei tempi antichi, quando era ancora una focaccia, la pizza è diventata un pane prezioso per gusto e costo. Una pizza non se la nega nessuno, mette tutti d’accordo e davanti a lei si può dire di tutto. E’ un aggregatore sociale per riuscire a portare intorno al tavolo amici e familiari, per far venire voglia di mangiare anche se non si ha fame. Se torni dall’estero, la prima esigenza è quella di mangiare la pizza. Se stai per partire ci vuole una pizza d’addio, se non sai cosa fare, il primo pensiero è una pizza con gli amici. Oggi la pizza è un alimento prezioso, diventato un fatto culturale, storico, sociale. Da noi le pizzerie sono i luoghi più affollati, quelli che non hanno bisogno di prenotazioni, si entra a tutte le ore, trovi sempre un posto e ne esci sempre allegro e soddisfatto. Al nord provano a imitare la nostra pizza e hanno imparato che non basta mettere insieme acqua e farina per il pane più famoso, ci vuole arte, l’arte che il pizzaiolo deve avere nelle mani. Ci vuole sua maestria nel dosare, impastare, far riposare, scegliere con cura la farina, come fare il lievito madre e poi il pomodoro, la mozzarella, l’olio, prodotti rigorosamente freschi. E poi vuoi mettere, ti toglie da ogni impaccio: con una pizza inviti a cena, a casa o in pizzeria, bastano tanti gusti per variare e creare una cena completa, adatta ad ogni palato, ad ogni esigenza. E poi la trovi come la desideri: cotta bene, troppo cotta, bruciacchiata, ricca, leggera, tonda, allungata, a metro, a piatto… L’alimento più famoso al mondo, più ricercato, più copiato, più mangiato, meriterebbe un oscar. Se mai avessimo visite da altri pianeti, cosa faremmo mangiare agli alieni se non una prelibata pizza margherita? E pensare che bastano lievito, farina, acqua, mozzarella, olio, sale, parmigiano e basilico per allietare la vista, saziare con gusto e nutrirsi. La dieta mediterranea è tra le migliori, fatta in modo genuino, un pasto completo oltre che gustoso. Proprio come dice la canzone, non ci sono voglie che tengano con la pizza, a tutto si può rinunciare tranne che alla pizza.

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