Massaquano, isola ecologica |
Vico Equense - Finì sotto accusa perché, dopo un controllo di routine della Polizia Provinciale, l'isola ecologica venne sequestrata. L’accusa? Abbandono indiscriminato di rifiuti, assenza di recinzioni e pavimentazione in cemento non regolare. Ipotesi che, di rimbalzo, gli valsero l'iscrizione nel registro degli indagati visto che, da sindaco, avrebbe dovuto vigilare sulla corretta gestione della struttura della frazione collinare di Massaquano. Ma a quasi quattro anni di distanza da quella bufera, le ombre vengono scacciate via. E così, dopo il ritorno alla normalità e l'avvio di nuovi interventi sotto l'egida della ditta che si occupa del servizio di nettezza urbana, arriva la tanto attesa archiviazione. Per Gennaro Cinque, oggi assessore con delega ai lavori pubblici del comune di Vico Equense, sfuma via lo spettro di un altro processo. Un verdetto che arriva alla vigilia della campagna elettorale con la sua candidatura alla Camera dei Deputati con la casacca di Moderati in rivoluzione il movimento di Gianpiero Samorì nell'emisfero del centrodestra.
L’accusa
La procura di Torre Annunziata nei confronti di Cinque, aveva aperto un fascicolo in cui si indagava per reati ambientali. Lo stesso avvenne nei confronti dei vertici di Sarim, la società attualmente titolare del servizio rifiuti. A chiusura dell'inchiesta, difeso dall'avvocato Giuseppe Ferraro, l’ex sindaco di Vico Equense vista accogliere la richiesta di archiviazione. Una possibilità che lo stesso Cinque spera possa giungere nel corso dei prossimi mesi per l'altra indagine che lo riguarda. Quella che lo vede attualmente indagato per abuso d'ufficio a proposito della procedura amministrativa seguita nella primavera del 2013 per la gestione delle spiagge. Nel dettaglio, Cinque revocò la gestione dell' arenile il Pezzolo all'ex assessore regionale della Democrazia Cristiana Armando De Rosa, coniuge del consigliere regionale candidato al Senato con Forza Italia Flora Beneduce. L’allora sindaco si basò su relazioni effettuate da alcuni vigili urbani e militari nelle quali venivano formulate irregolarità sulla gestione della spiaggia. Secondo la Procura di Torre Annunziata, la realtà dei fatti descritti nel dossier rivolti a Cinque era ben diversa. Ci furono dei falsi, insomma, tanto da indurre lo stesso De Rosa a professarsi parte lesa di un procedimento passato anche al vaglio del Tar della Campania che accolse il ricorso del marito di Beneduce. Ma Cinque, a quel punto, in piena estate, decise che il comune avrebbe dovuto riprendere in carico l'affidamento anche se inizialmente la spiaggia fu affidata al precedente gestore, un'imprenditrice balneare che risulta tra i sette indagati finali
L’ipotesi
Cinque, nel corso dei prossimi, giorni potrebbe anche decidere di farsi ascoltare dalla Procura di Torre Annunziata
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