«Più cultura contro i social»
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - Arriva al teatro Tasso con un quarto d'ora di ritardo sulla tabella di marcia e viene accolto da una folla di ragazzini in tripudio, tipo una star della serie A o un cantante di successo. «Perdonatemi, tutta colpa del traffico. Voi lo sapete bene, no?» chiede ironicamente alla platea che lo fissa ipnotizzata. Semplice, magnetico, equilibrato, carico di passione per «il sapere». Alberto Angela cattura Sorrento in un'ora intensa, in cui dinanzi a 500 persone (ingresso gratuito) dialoga sul palco del teatro di piazza Sant'Antonino assieme a Francesco Pinto, il direttore del centro di produzione Rai di Napoli originario proprio di Sorrento che, assieme agli amici della libreria Tasso, l'ha letteralmente "scippato" per una mattinata alle ultime riprese di una puntata speciale di "Stanotte a..." dedicata agli Scavi di Pompei. Un'altra gemma che verrà trasmessa a stretto giro in tv. «Ma prima o poi - si lascia scappare Angela - faremo qualcosa di interessante pure su Napoli e, perché no, Sorrento. Ne ho voglia. Quando torno qui mi sento a casa, c'è un modo di vivere differente. La gente trasmette calore e ciò rende unico il sapore che si apprezza, quando ci si imbatte nelle bellezze conservate dal golfo». Poi uno sfogo appena sussurrato: «A volte si parla male di Napoli e dintorni con un atteggiamento strumentale: le cose sbagliate capitano ovunque. E ci si dimentica delle meraviglie che attirano, da secoli, turisti da tutto il mondo». Come a dire: troppi luoghi comuni.
Che imperversano, manco a dirlo, pure sui social network che, nonostante oramai siano spesso divenuti un ricettacolo di veleni e odio, hanno esaltato con energia il programma Rai e lo stesso Alberto Angela. «Non me l'aspettavo - risponde il paleontologo - Abbiamo solo tentato di offrire ai tele spettatori, che nel contempo sono pure utenti del web, un motivo concreto per riflettere e valutare cosa c'è di bello nel nostro grande Paese. Internet si trasforma talvolta in una cantina d'odio quando si nota assenza di contenuti. Con la Rai, invece, abbiamo cercato di raggiungere un' orizzonte comunicativo che risvegliasse ciò che a noi italiani sta più a cuore: l'orgoglio. L'orgoglio di vantare una storia assolutamente unica, invidiata, da difendere a tutti i costi. Ma non bisogna mollare la presa. Evidentemente, i social vanno usati con parsimonia perché sono un'arma a doppio taglio. Ci si può imbattere in fake news colossali che fanno pure guadagnare qualcuno. Ed è qui che dobbiamo fare tutti un salto di qualità». Come? «Ottenendo più informazioni, verificando le fonti, confrontando la notizia che ci viene fornita con più interpretazioni. Dobbiamo essere in grado di distinguere ciò che è reale e ciò che non lo è utilizzando esclusivamente le nostre teste». Un po' come divulgare scienza e storia. Quasi una santa vocazione per Alberto Angela: «Informare è dare ingredienti con asetticità, facendo sì che ogni ascoltatore possa avere l'opportunità di carpire dati e notizie così da trarre autonomamente e liberamente le personali conclusioni». Poi un applauso finale e l'assalto furioso dei fan, tra cui tantissimi giovani e studenti: «Molto presto - chiosa Angela - verrò di nuovo e sarà ancora più bello».
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