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mercoledì 4 aprile 2018

Antonio Marciano “Il Pd deve aprirsi serve gente nuova è da irresponsabili non aver avviato il tesseramento”

Antonio Marciano
Dopo la lettera a “Repubblica” di un militante che non è riuscito a iscriversi al partito, il consigliere regionale chiede una svolta. Ederoclite difende il partito e precisa: “Adesioni non ancora partite” 

Fonte: Ottavio Lucarelli da La Repubblica Napoli 

«Voglio iscrivermi al Pd, ma è impossibile». L’appello lanciato con una lettera su Repubblica da Guglielmo Scala, militante storico della sinistra, ha provocato la reazione di Tommaso Ederoclite, presidente del Pd di Napoli: «Forse c’è stato un errore nella comunicazione. Il tesseramento non è sospeso ma, semplicemente, non è ancora iniziato. Sarà mia premura contattarla direttamente». E tuttavia la lettera di Scala apre un fronte sullo stato di salute e sull’organizzazione del Pd napoletano e campano che non convince Antonio Marciano, componente dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Consigliere Marciano, oggi nel Pd campano è perfino difficile tesserarsi? Il ministro Calenda a Roma pare lo abbia fatto senza problemi. «Questa vicenda è emblematica della condizione di salute del partito a Napoli e in Campania, il segno di come abbiamo funzionato in questi anni. Bisogna dire grazie al nostro militante e invitarlo subito nel circolo dell’area in cui vive. Dopo una sconfitta elettorale drammatica, dopo questo tsunami non si può continuare ad avere un atteggiamento così irresponsabile. Perché il tesseramento a Napoli non è ancora iniziato ?». Ma voi consiglieri regionali avete o no rapporti con il partito? «La segretaria regionale Assunta Tartaglione ha annunciato di voler ripartire con una campagna di ascolto nei circoli e propone un completamento della segreteria con tutte le sensibilità del partito. Lo aveva detto anche a inizio agosto. Si tratta, in ogni caso, di una risposta comunque parziale perché, al contrario di quanto chiesto proprio a Napoli dal segretario nazionale Maurizio Martina, le porte e le finestre del partito continuano a rimanere chiuse».
 
La sua area è minoritaria a livello regionale e addirittura non è affatto rappresentata nel vertice Pd di Napoli dopo la scelta del vostro candidato Nicola Oddati di ritirarsi dalla corsa alla segreteria. Bisogna aprire porte e finestre anche nel partito napoletano? «Bisogna ripensare tutto. Il voto ci ha portato in un altro mondo. E bisogna decidere dove andare. Io ho avviato un ciclo di seminari perché avverto il limite di questi anni. Siamo tutti responsabili, ma non tutti abbiamo le stesse responsabilità. Dopo l’ultima assemblea aperta ad Ercolano, il Pd napoletano ha annunciato due giornate di approfondimento tematico il 12 e 19 aprile su lavoro e ambiente. Dove si terranno? Nella sede di via Toledo dove entrano 25-30 persone. Così si aprono porte e finestre?». Cosa fare, allora ? «Il tema vero è garantire un tesseramento che sia libera adesione da parte di una libera cittadinanza. Aprirsi all’esterno. Io lancio un appello alla responsabilità da parte di tutti per una risalita che, certo, è tutta da verificare, ma che può anche rappresentare l’occasione per una svolta». La Regione a guida De Luca, in questa fase, è un punto di forza o un punto di debolezza per il Partito democratico a Napoli e in Campania ? «Meno male che c’è la Regione a guida Pd. Meno male che c’è un punto di riferimento, un punto di governo del Partito democratico in Campania perché altrimenti l’argine sarebbe crollato ancora più di quanto è accaduto». Dopo tre anni, però, non si avverte ancora una svolta. Non crede? «Certamente non possiamo dire di aver fatto tutto e bene. Dobbiamo recuperare nella velocità di attuazione delle decisioni ma, senza la Regione a guida Pd, avremmo decine di cantieri ancora chiusi, soprattutto nel settore dei trasporti su ferro, non avremmo le borse di studio per gli studenti e saremmo indietro anche nel welfare. Senza la Regione a guida democratica, qui la botta per noi sarebbe stata ancora più pesante».

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