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martedì 1 maggio 2018

La droga ci sovrasta

di Filomena Baratto

Vico Equense - Con le belle giornate vengono fuori anche le brutte sorprese di siringhe sparse nei prati e giardinetti pubblici a intralciare i nostri passi. Tutto quello che si fa, di solito, in questi casi, é pubblicare nel nostro spazio “feisbucchiano” lamentele e testimonianze a iosa. Per il resto cos’altro si potrebbe fare? Cosa sarà mai una siringa sparsa nei prati proprio sotto gli occhi delle mamme e dei bambini? Tutti sanno che ci sono i drogati, che si bucano a tutte le ore, che il pericolo è l’astinenza e farsi è una necessità. Siamo tutti assuefatti a queste visioni. E il brutto della vita è l’indifferenza di tutti di fronte a situazioni gravi come questa. E non si può pensare ai drogati nelle belle giornate di sole, rovinerebbero la voglia di uscire all’aria aperta. La droga in penisola non è una novità, negli ultimi tempi l’uso è addirittura triplicato. Non se ne parla, non e se ne discute negli ambienti dovuti, tutto passa come normale situazione, magari provando anche fastidio se esce una notizia del genere sui giornali aspettando che l’attenzione scemi per non screditare il luogo. Poi ci sono i moralisti, i perbenisti, i tutta casa e chiesa che scendono dalla luna credendo si stia parlando di un argomento dell’altro mondo. Bisogna svegliarsi da questo torpore e capire che la droga è nelle nostre case, nel nostro territorio più di quanto immaginiamo. La polvere di stelle, quella che fa brillare il cervello, è in largo uso e la prendono ragazzi, adulti e meno adulti, senza differenza tra centro e periferia, mare e monti, ricchi e poveri.
 
Non c’è una geografia dettagliata degli ambienti in cui viene assunta, si sa che alligna là dove c’è la noia, la pigrizia, la mancanza di progetti, l’abbandonarsi a se stessi, il vuoto della vita. La colpa è del lavoro che manca, di un insuccesso, di un torto subito dal prossimo. La droga aiuta a sottrarsi ai doveri e ai pesi, evitando proprio di vivere. Così ti fa uno sconto sull’impegno e sull’interesse dandoti una vita a intermittenza quando non te la distrugge. Diventa compagna complice di questo stile di vita. E se costa per averla, se bisogna litigare, rubare, se ti fa perdere le persone care portandole all’esasperazione, pazienza. Si preferisce più lottare per averla che per vincerla. Viaggia su un binario parallelo alla vita: su uno c’è lei con i suoi picchi di euforia e di tedio, di tristezza, di rabbia, di astinenza, di violenza; sull’altro c’è la vita con la sua lotta continua, le sue cadute e il rialzarsi tante volte. Ma mentre la vita scorre per fatti suoi e tu ad afferrarla, la droga non solo ti lascia a pezzi e ti distrugge, ma questa disgrazia la devi anche pagare. La droga ha un costo fisico ed economico, così che ti fa indebitare, perdere la stima di se stessi e quella degli altri, ti indebolisce, ti priva della volontà, ti distrugge. Quante famiglie sottomesse a questo flagello, quante vite spezzate, quanti patrimoni prosciugati, non solo di chi ne è succube, ma anche di tutti quelli che hanno parenti da curare e di cui occuparsi. Quante vite vivono il deserto che infligge la droga per stare accanto a un amico, un compagno di vita, un figlio, un fratello. Un male endemico che colpisce al cuore la nostra società. Non si ha alcuna informazione adeguata in proposito, non c’è diffusione di notizie utili, di modi per affrontarla, di stili di vita per evitarla, di aiuti per combatterla. I ragazzi la conoscono provandola, fanno esperienza sul campo, è un rapporto diretto con chi gliela fornisce. Eppure la droga uccide, dissesta, rapina, ferisce, colpisce, violenta. Nessuno investe per informare sulla droga, rischi e pericoli. E’ sotto gli occhi di tutti, lo sanno i genitori dei figli che ne fanno uso, lo sanno le famiglie che da anni non vivono più tranquille, lo sanno i compagni di quelli che la usano. Basta entrare nei bagni di una stazione, di un Ateneo, di una scuola superiore, di un parco, di un sottopassaggio e avere la misura di quello che accade. I figli convivono con questa realtà, anche quelli i cui genitori credono siano immuni dal problema. La droga è un flagello come le locuste che distruggono un raccolto. A chi fa bene la droga? Non certamente alla società che crea un esercito di rammolliti ma alle associazioni che delinquono a cui la droga fornisce denaro facile. Si comincia con lo spinello, un piccolo sballo, un provare per caso o tanto perché te la fanno trovare nei posti che frequenti e così cominci. L’Italia è seconda in Europa per uso di cannabis tra i 15 e 34 anni e ne fa uso 1 su 5, mentre siamo quarti per uso di oppioidi e ottavi per cocaina. Nella Relazione del 2017 al Parlamento per il consumo di droghe, informazioni desunte dallo studio Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs) si parla delle sostanze illegali più usate dagli studenti dopo la cannabis, cioè la Spice, cannabis sintetica, la cocaina, gli stimolanti e gli allucinogeni, mentre l’eroina è la meno diffusa. Un terzo dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha fatto uso di cannabis. Circa 86.000 gli studenti che hanno fatto uso di sostanze psicoattive almeno una volta nella vita. Il nostro paese spende in sostanze stupefacenti 14,2 miliardi di euro di cui il 43 per cento per cannabis e cocaina. I mercati di approvvigionamenti sono quello olandese, spagnolo, polacco, cinese. Le regioni in cui si fa più uso di droghe sono in ordine: Lazio, Lombardia, Campania. Dal Corriere del Mezzogiorno del mese di gennaio di quest’anno, John Woodcock riferisce i dati della Direzione Nazionale Antimafia, dove si legge che solo per quanto riguarda la cannabis, in Italia, ogni abitante, compresi vecchi e bambini, ha a disposizione dalle 100 alle 200 dosi all’anno. È dunque un fenomeno paragonabile, secondo la Dna, «quanto a radicamento e diffusione sociale», a quello dell’utilizzo di altre sostanze lecite quali alcool e tabacco. La droga va affrontata con determinazione e serietà. I ragazzi devono seguire percorsi da avviare con comunità e ASL in collaborazione con i familiari. Non sempre gli insuccessi sono alla base dell’uso della droga, molto spesso è anche la cattiva comunicazione o la mancanza della stessa, il vivere situazioni difficili e non conoscersi abbastanza anche tra familiari. Quando si parla di droga la discussione verte sempre su come uscirne, dovremmo cominciare a spostare il punto di vista e studiare come evitarla. Serve una società più forte con figli motivati, seguiti, aiutati e non lasciati a crescere come l’erba che fumano. La vita deve essere più attraente della droga, più forte dello sballo, più interessante da volerla sentire. Se i figli vogliono assentarsi dalla vita che hanno ricevuto, dobbiamo prendere atto di aver fallito da qualche parte, non solo come genitori ma come società intera che non sa dare il meglio di sé ai futuri uomini.

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