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martedì 5 giugno 2018

Faito, nuova frana sull`unica via di fuga

Ancora disagi per qualche pioggia e canali ostruiti: in caso di incendi per scappare c'è soltanto la funivia. Rifiuti speciali e comune spazzatura: undici chilometri di scempi impuniti lungo il percorso verso il tetto dei Lattari 

Fonte: Fiorangela d'Amora da Il Mattino

Castellammare di Stabia - Nuovi crolli, frane, alberi tagliati: la strada che conduce da Quisisana al Monte Faito rappresenta un pericolo costante per la città. L'ultimo episodio solo in ordine di tempo risale a pochi giorni fa, quando in seguito alle piogge abbondanti e ai canali ormai ostruiti, il manto stradale ha ceduto. Una vera a propria voragine ha divorato metà carreggiata. Gli automobilisti che decidono ignari di percorrere la salita verso Faito rischiano la vita. L'ex mulattiera voluta dal conte Girolamo Giusso per portare il ghiaccio dalla montagna fino a valle, è l'emblema dell'abbandono e del degrado. La strada ufficialmente è chiusa, ma nessuna transenna, nessun nastro impedisce il passaggio. Anzi la carreggiata ampia e che si immerge subito tra la vegetazione invoglia le decine di turisti a fare una piacevole passeggiata.
IL CARTELLO 


Divieto di accesso per il Faito, recita un piccolo cartello piantato su un palo che quasi non si nota. Undici chilometri di tornanti che regalano un percorso suggestivo unico al mondo, ma prima di arrivare alla veduta del Golfo di Napoli bisogna imbattersi e schivare decine di mini discariche. Materiale edile di risulta, cavi elettrici, sacchi neri, wc vecchi, un discount dell'immondizia che la natura giorno dopo giorno nasconde e sotterra. Roba gettata da ignoti impuniti, tutti consapevoli che il bosco che porta al Faito è luogo ideale per fare i propri comodi. Eppure quella strada anticamente privata e chiusa con una sbarra, poi passata per metà a Regione ed ex Provincia, è l'unica via di fuga in caso di incendi. Lo è anche in caso di allerta meteo, perché la strada sul versante vicano dopo aver subito frane a seguito degli incendi dell'estate scorsa, è stata riaperta ma solo parzialmente. In caso di piogge o incendi il versante vicano sarà chiuso nuovamente e solo dal lato stabiese sarà possibile scendere dalla montagna, in auto percorrendo una strada ufficialmente chiusa, in funivia sperando che la stagione continui senza intoppi. «La Regione si era presa in carico l'intervento anche per Quisisana - spiega Tristano dello Joio presidente del Parco dei Monti Lattari provando a utilizzare i 10 milioni di fondi Cipe recuperati per il dissesto idrogeologico. Invece il commissario Cupello ha deciso che deve essere il Comune il soggetto attuatore di quei fondi». La guerra burocratica tra Ente Parco e Comune continua e Gaetano Cupello durante la sua permanenza a Palazzo Farnese, nel bilancio di previsione 2018/2020 ha anche stanziato 300mila euro necessari per la realizzazione del progetto esecutivo. «Resto basito da questa scelta - prosegue Dello Joio - la Regione assieme all'Ente Parco era pronta ad intervenire, questa decisione del commissario non ha fatto altro che allungare i tempi». Chiedono una soluzione anche le associazioni del Faito: «Il percorso è unico nel suo genere - spiega Dario Russo della Pro Faito - per la presenza di un castagneto molto bello. Inoltre per chi non vuole imbottigliarsi nel traffico della costiera, salire in auto da Quisisana verso il Faito è l'idea ottimale».

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