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domenica 1 luglio 2018

Legambiente premia i "Comuni Ricicloni". E tra i più virtuosi spunta Vico Equense

In Campania sono 20 i Comuni "rifiuti free", ma solo uno è in provincia di Napoli. Migliora il Sud, calo al Centro-Nord 

Fonte: Valentina Trifiletti da Il Roma 

Sono venti i comuni "rifiuti free" della Campania, cioè quelli dove la raccolta differenziata funziona correttamente, ma soprattutto dove ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all'anno cioè di rifiuti indifferenziati da avviare a smaltimento. Lo dice il XXV dossier di Legambiente "Comuni ricicloni 2018" che mette al primo posto della classifica regionale campana Caggiano, piccolo paesino di 2702 anime in provincia di Salerno dove la percentuale di raccolta differenziata è del 91,5% e i cittadini producono ogni anno solo 12 chili di rifiuti indifferenziati. Subito dopo ci sono Domicella e Sperone, in provincia di Avellino, con circa 14 e 17 chili di indifferenziato procapite. E se quelle appena elencate sono piccole comunità sotto i 5000 abitanti, dove è più semplice organizzare un sistema efficiente di raccolta, ci sono i comuni Baronissi, in provincia di Salerno, e Vico Equense, in provincia di Napoli, che hanno ricevuto il riconoscimento di "Comune Riciclone". Basti pensare, infatti, che i circa 24.000 cittadini di Vico Equense raggiungono 1'80,4% di raccolta differenziata e producono ogni anno 70 chili di rifiuti indifferenziati. Numeri che fanno ben sperare per la regione Campania e per il Paese intero dato che i comuni virtuosi erano 486 lo scorso anno, sono 505 nel 2018, per un totale 3.463.849 cittadini, circa 200.000 in più rispetto al 2017. Il trend è positivo anche se c'è ancora molto da fare in tema di economia circolare. C'è un aumento dei Comuni "rifiuti free" al sud: erano 43 (pari al 10%) lo scorso anno e oggi sono 76 (15%); il centro si conferma sostanzialmente stabile con qualche avanzamento dovuto al successo del porta a porta in Toscana, mentre il numero dei Comuni virtuosi diminuisce del 6% al Nord tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che pur perdendo 26 comuni e con un leggero aumento della produzione di rifiuti indifferenziati, rimangono comunque le regioni col maggior numero di virtuosi.
 
Al nord migliora solo la Lombardia che aggiunge altri 11 comuni ai 90 dell'anno precedente, mentre a livello nazionale l'aumento più significativo di comuni virtuosi è m Basilicata dove la percentuale dei comuni "Rifiuti Free" sul totale passa dall'1,5% all'8%. Le città di Treviso, Pordenone e Trento si riconfermano, come lo scorso anno, in testa ai capoluoghi di provincia, così come, ancora una volta, il nord-est si dimostra quale area geografica più efficiente in tema di gestione virtuosa dei rifiuti urbani. Nel corso degli anni gli obiettivi della classifica di Comuni Ricicloni sono diventati sempre più stringenti adeguandosi al panorama della gestione dei rifiuti in Italia che è mutato molto dalle prime raccolte stradali dedicate alle frazioni ed agli imballaggi principali, fino ad arrivare ai giorni nostri con l'intercettazione di rifiuti "complessi" porta a porta e un target minimo del 65% in vigore già dal 2012 nel nostro Paese. La giuria del concorso, composta da Legambiente, dai consorzi di filiera e dai principali attori del settore, ha di volta in volta modificato i criteri di valutazione dei vincitori per poter fornire ai Comuni uno stimolo a raggiungere risultati sempre più ambiziosi. A pesare sulla classifica non sono più (da tre anni) solo i livelli di raccolta differenziata raggiunti ma anche le politiche di riduzione della quantità di rifiuto destinata a smaltimento. Il nuovo pacchetto europeo sull'economia circolare pone, tra i suoi obiettivi, il riciclo del 70% degli imballaggi entro il 2030 e del 65% dei rifiuti urbani (al 2035) e, alla stessa scadenza, un massimo del 10% di rifiuti che possono essere smaltiti in discarica. Da questo presupposto è nata quindi l'esigenza di porre come obiettivo minimo per entrare a far parte dei Comuni Rifiuti Free di Legambiente la soglia di produzione di 75 Kg/ab/anno di secco residuo prodotto (che comprende il secco residuo e la parte di ingombranti non riciclata. «Il ruolo dei comuni nel portare l'attuale sistema di gestione dei rifiuti sempre più verso l'economia circolare è fondamentale - sostiene Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - e le amministrazioni locali sono le uniche in grado di indirizzare i concittadini verso pratiche virtuose».

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