Il fumo nero copre il cielo della provincia
Fonte: Luca Marconi da Il Corriere del Mezzogiorno
Bruciano ancora gli impianti di trattamento della differenziata in Campania e questa volta è toccato ad un'azienda associata al Comieco, la Di Gennaro di Caivano aperta dal 1960 e attiva oggi nel trattamento della carta e plastiche. Le fiamme probabilmente dolose che hanno trasformato questi materiali custoditi nell'impianto in località Pascarola in rifiuti speciali quindi in sicuro guadagno per le ditte che trattano scarti tossici - hanno generato un'enorme nube di fumo nero che ha coperto il cielo di diversi Comuni del comprensorio. Due i soccorsi per intossicazione e occorreranno 24 ore almeno per domare l'incendio che ha allarmato tutti i sindaci dell'area. In particolare è il sindaco di Marcianise Antonello Velardi a maledire l'ennesimo attacco alla salute e all'ambiente, per primo, dalla sua pagina social. «Prendiamoli coi forconi» scrive il primo cittadino quasi in diretta: «È scoppiato un gravissimo incendio ai confini con Marcianise, una bomba ecologica. Ci risiamo. Potrebbe essere più grave di quello verificatosi una ventina di giorni fa a San Vitaliano in una domenica drammatica. A coloro che stanno spegnendo le fiamme la nostra massima solidarietà: sono eroi. Ai titolari di quest'impianto il nostro disprezzo per quel che è accaduto. Sono sempre più convinto che bisogna chiudere tutti questi impianti di stoccaggio rifiuti: sono bombe ecologiche, a Marcianise li chiuderemo tutti.
E che dobbiamo prendere questa gente e i politici amici e complici coi forconi: ci stanno uccidendo». Finestre chiuse, condizionatori spenti, così nel comprensorio i residenti hanno trascorso la giornata, l'ennesima, caldissima, di roghi tossici e questo spiega meglio l'apprensione e l'allarme del sindaco di Marcianise e di tutti gli altri, Acerra in testa. Il primo luglio a San Vitaliano è bruciata l’ Ecologia Bruscino. Anche qui una colonna di fumo visibile da chilometri. «L'ennesimo rogo di impianti di stoccaggio e riciclo dei rifiuti - ha fugato ogni dubbio, nell'occasione, il ministro formatosi proprio in Terra dei Fuochi con la Forestale, Sergio Costa -. Quasi 300 in due anni in tutta Italia, un numero che non può essere considerato casuale». Un fenomeno che non risparmia nessuno, troppi macchinari e scarti di raccolte differenziate e rifiuti speciali stoccati in aziende finiscono m fumo anche in provincia di Treviso, Roma, Torino, Viterbo, Cagliari, Salerno, Brescia, Milano si legge persino a Torino da La Stampa. In Campania l'estate scorsa come questa fu segnata dai fumi dell'Ilside di Bellona quando una nube tossica invase Caiazzo e Capua. L'anno prima invece da quelli della Ecotransider di Gricignano. Il ritmo dei roghi quest'anno è decuplicato. Solo nel mese corrente, Caivano ieri, San Vitaliano e un altro attacco incendiario, il io luglio scorso, allo Stir di Battipaglia. «Se gli impianti non inquinano per malagestione lo fanno perché bruciati» dice M5S col consigliere regionale Cammarano. «Due incendi sono una coincidenza ma tre una prova» dice Legambiente coi vertici nazionali commentando «l'escalation» campana. «Sempre più carenti sicurezza e controlli,
occorre vigilanza su questi impianti pubblici o privati che siano» dice il presidente dell'Anci Tuccillo invocando il Daspo per gli ecoreati. In serata ripete ancora il ministro Costa: «Non è possibile che episodi simili avvengano con una tale frequenza, chiedo a tutte le Prefetture d'Italia di accelerare i tempi per rendere questi siti "sorvegliati speciali"». E il presidente Isde-Medici dell'Ambiente Antonio Marfella: «Dall'approvazione della legge sugli ecoreati si bruciano le piattaforme "legali", Terra dei Fuochi si è spostata dalle strade ai depositi di stoccaggio dei rifiuti» e per settembre l'Isde lancia provocatoriamente un «pellegrinaggio da Caivano a Pompei» per «chiedere alla Vergine di salvare Terra dei Fuochi e di fare giustizia dei negazionisti e dei delinquenti che ci avvelenano».
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