Fonte: Anna Paola Merone da Il Corriere del Mezzogiorno
Pizze fritte, crocché, arancini: il cibo da strada non conosce crisi. E Napoli è seconda solo a Roma per imprese della ristorazione takeaway. Sono circa duemila in tutta la provincia e fra il 2013 e il 2018 sono cresciute di oltre il 30 per cento. Un segnale poderoso nell'universo della pizza a portafoglio, dei fritti e anche dell'esotico kebab che in Italia cresce (solo) del 17 per cento. Un business per 40mila imprese a livello nazionale dove sempre più imprenditori parlano straniero. Una fotografia che emerge da una ricerca di Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese italiane tra il 30 giugno 2013 e il 30 giugno 2018. A livello regionale è la Lombardia a registrare il numero più alto di pizzerie al taglio e takeaway. A livello provinciale il primato va a Roma, dove rosticcerie e friggitorie superano le 3mila attività, seguita da Napoli e Milano che si attestano sulle 2mila realtà. Le tre province sono ai vertici della classifica anche in termini di aumento del comparto tra il 2013 e il 2018: +634 a Roma, +516 Milano e +433 Napoli. Il dinamismo dei pubblici esercizi, però, non nasconde le difficoltà che le imprese si trovano ad affrontare: delle attività nate nel 2013, la metà ha abbassato la saracinesca entro i primi cinque anni e i su 3 non è riuscita ad andare oltre il terzo anno. Il caso Napoli ha articolazioni specifiche. La pizza a portafoglio — che finanche Bill Clinton in città per il G7 gustò — e il cibo da strada in genere sono realtà antiche. Molte delle nuove imprese fanno capo ad aziende storiche e propongono specialità tipiche partenopee. Cibo povero ma gustosissimo. E in via Toledo e ai Tribunali c'è chi resta in fila per mezz'ora per un calzone ripieno.
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