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sabato 20 ottobre 2018

Capri, i Giovani industriali "II nostro Paese vacilla sta perdendo credibilità"

Fonte: Ottavio Lucarelli da la Repubblica Napoli

Capri - «Una situazione di allerta per l'Italia, una situazione peggiorata nelle ultime 48 ore. Il Paese vacilla e le sceneggiate di mani e contromani e da parte di rappresentanti del governo fanno perdere credibilità all'Italia. Fanno ridere, anzi fanno piangere». Le sale dell'hotel Quisisana amplificano l'urlo degli imprenditori sempre più preoccupati per l'andamento della manovra di Palazzo Chigi.Una protesta guidata in queste ore, alla Convention annuale dei giovani industriali, dal presidente Alessio Rossi. Tré giorni fa era già stato durissimo a Palazzo Partanna, a Napoli, alla presentazione dell'evento. Ora Rossi torna all'attacco all'avvio della due giorni caprese: «La situazione è sempre più preoccupante. Troppa confusione, ora le manine minano la credibilità del Paese. Ci preoccupa soprattutto il fatto che nella manovra non ci sono investimenti. A breve la fiducia calerà, lo spread sale, alcuni titoli sono sospesi». «Non preoccupa - aggiunge Rossi - solo l'indebitamento ma l'assistenzialismo e la mancanza di investimenti in misura significativa. Una situazione che nelle ultime 48 ore si è ulteriormente aggravata. È in arrivo la bocciatura europea, ma ancora più pesante sarà la bocciatura da parte dei mercati. Apriamo noi una procedura di infrazione nei confronti del governo. Il reddito di cittadinanza non porterà benefici al Paese e avrà un'incidenza pari a zero sulla produzione e lo sviluppo.
 
Occorre un reddito di sviluppo, un piano di inclusione per i giovani». Sulla parte propositiva si è espressa la napoletana Susanna Moccia, vice presidente nazionale dei giovani imprenditori: «Le nostre proposte mirano tutte alla crescita del Paese, noi vogliamo che l'Italia diventi prima nazione manifatturiera in Europa». Temi e obiettivi che uniscono Sud e Nord con Lucia Angeli, romagnola, altra vice presidente: «Siamo scettici sulla manovra del governo va in una direzione opposta rispetto a scelte di investimenti innovativi per creare occupazione e realizzare infrastrutture». Molto cauto è invece Vito Grassi, presidente degli industriali napoletani: «Se la crescita annunciata avverrà i numeri la sosterranno. Se, invece, non dovesse avvenire il governo ha anticipato che ricorrerà ad alcuni correttivi. Dobbiamo in ogni caso aspettare il testo definitivo con il piano di investimenti». Decisamente pessimista, nel suo interventi, è stato invece Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici: «Questa manovra non crea sviluppo. L'Europa chiederà di cambiarla, il governo dirà no e tutto ciò aumenta i rischi per Italia. Non si può dire "me ne frego" ai mercati, perché comprano i titoli di Stato. La cosa peggiore sarebbe tornare a una crisi come nel 2011, quando lo spread è salito oltre 550 punti. Nel braccio di ferro tra Bruxelles e Roma mi aspetto, sono certo, che la Commissione europea chiederà di cambiare la legge di bilancio e sono pure certo che il governo rifiuterà». Un'iniezione di fiducia arriva in sala da Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia: «È necessario portare tutti assieme il Paese fuori dalla tempesta, stando un po' meno connessi, frequentando più i libri e creando lavoro vero».

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