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lunedì 22 ottobre 2018

Intervista a Umberto de Gregorio - «Rispetto molto chi lavora non chi finge di lavorare»

Fonte: Luigi Roano da Il Mattino

«Una cosa è certa: sono sempre pronto al dialogo ma non prenderò mai posizione contro la legge, quindi dico che bisogna tornare prestissimo all'orario regolare all'officina di Ponticelli». Il vespaio è stato scosso, la questione Ponticelli - dove si mantengono i treni della Circumvesuviana e si lavora due ore in meno prendendo la paga per intero - comincia ad essere un problema serio. E il presidente di Eav Umberto De Gregorio non si è fatto intimorire dal «no» avuto dai sindacati sulla questione dell'orario. Per lui c'è il cessato allarme amianto e tutto deve ritornare alla normalità. Allora presidente meno lavoro significa meno manutenzione e meno treni da far viaggiare, alla fine ci perdono tutti ma soprattutto gli utenti. Come si esce da questa storia? «L'intervento a Ponticelli è stato chiesto a gran voce da sindacati e lavoratori da oltre venti anni. Il presidente Vincenzo De Luca lo ha fortemente voluto. Ci sono in giro in altre aziende molti depositi chiusi ed abbandonati a causa dell'amianto. Noi stiamo facendo un intervento coraggioso ed enorme. Occorre portarlo a termine ma senza ridurre il lavoro in deposito». Tuttavia i circa 100 dipendenti dell'officina ritengono pericoloso frequentare quel sito in costanza di bonifica. Sembra un braccio di ferro. «Noi abbiamo molto a cuore la salute dei cittadini. Lo dimostra l'accordo tra Eav e Asl Napoli 1 che consente ai dipendenti di fare screening presso l'azienda per prevenire turn ori».
 
Però l'accordo raggiunto con le maestranze doveva durare un anno. «L'accordo di giugno era di carattere transitorio e straordinario. Coraggioso per la direzione aziendale che ha dimostrato grande apertura alle richieste dei lavoratori. Ma tutto ha un limite. Voglio precisare che in questi tre mesi, a prescindere dagli orari ridotti, la maggior parte degli operai ed i responsabili del deposito hanno fatto un miracolo per ridurre i danni e garantire un esercizio normale». Quindi ci sono le condizioni per tornare - come dice lei - alla normalità? «Gli operai delle officine hanno fatto il loro dovere. Oggi i lavori per la rimozione dell'amianto vengono svolti senza alcun pericolo per la salute dei dipendenti e dei cittadini. Non lo dico io ma la Asl e i prelievi effettuati tutti i giorni ed esposti nella bacheca aziendale. Che tutti possono leggere». I sindacati la pensano diversamente. «Eav ha grandi obiettivi e una lunga strada da fare. Il sindacato ha un ruolo centrale. Deve volare alto. La lotta tra le sigle a rialzare il prezzo per catturare più tessere è suicida. Per tutti, soprattutto per il prestigio della istituzione "sindacato"». Quindi è solo una questione di politica sindacale interna a bloccare il ritorno dell'orario regolare? Non ci sono altre motivazioni? «Io ho grande rispetto per il ruolo del sindacato. E dico: guardiamo lontano, insieme. E guardiamo anche vicino, a chi a fine mese non prende lo stipendio. Io sono rispettoso dei diritti dei lavoratori, più di ogni altro. Lo dimostra la battaglia - vinta - per pagare il Tfr ai lavoratori del fallimento Eavbus». Al momento però quello che è in atto è un vero braccio di ferro non trova? «Non voglio nessuno scontro. Ma dialogo e senso di responsabilità da parte di tutti, a partire da me. La mia porta è sempre aperta per tutti. Lo sanno tutti i lavoratori e tutti i sindacalisti. Sono sempre dalla parte dei diritti dei lavoratori ma mai dalla parte di chi fa finta di lavorare». I sindacati vogliono incontrarla, lei è pronto a riceverli: pensa che basterà per trovare una soluzione? «Sono fiducioso che la ragionevolezza e il buonsenso prevarranno. Ripeto: quello che è certo è che si deve tornare all'orario intero».

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