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sabato 6 ottobre 2018

«Invito Nicola alla prudenza: il Pd sbaglia se ricicla il vecchio apparato di potere»

Gianluca Daniele
«Nicola Zingaretti rappresenta la fase nuova del Pd ma...». Ma? «Dall'iniziativa dell'altra sera a Napoli, purtroppo, è apparsa non certo l'immagine di novità». Ovvero? «Mi spiace dirlo ma rischiamo di essere percepiti all'estemo come un carro dove alcuni riciclati si muovono da una corrente all'altra», dice il consigliere regionale democrat Gianluca Daniele che al congresso nazionale, tra Nicola Zingaretti e Matteo Richetti (unici due candidati per ora), appoggia il primo. Consigliere, intanto il congresso nazionale qui a Napoli rischia di essere una guerra tra deluchiani e antideluchiani se il governatore del Lazio apre al collega campano e Richetti, invece, lo vuole archiviare. «Smettiamola. De Luca è il presidente eletto ed è un esponente del Pd: questo non può essere l'argomento su cui si deve incentrare il congresso qui a Napoli. Noi invece, al di là di De Luca, non dobbiamo dare l'idea di riciclare il vecchio apparato di potere che da anni governa il partito». Beh ora si mette anche de Magistris che attacca Zingaretti perché prò De Luca. «Un grande pezzo del nostro mondo sta lì, e anche a loro dobbiamo rivolgerci. Ma attenzione perché se litighiamo oggi facciamo harakiri ed è finita. I nostri avversari occorre sfidarli invece su temi concreti, altrimenti è la fine. E con Zingaretti c'è la possibilità di riaprire quel dialogo con sindacati, associazioni e mondo cattolico che si era perso».
 
L'altra sera non c'era: era un segnale di dissenso? «Purtroppo non potevo esserci per motivi personali. Ma cosi come appare dai resoconti dei principali giornali che hanno seguito l'incontro, rischiamo di dare l'immagine contraria». Cosa? «Zingaretti è un elemento di cambiamento perché si pone in contrapposizione con chi negli ultimi anni ha guidato il Pd. Eppure può essere percepito come la ciambella di salvataggio della vecchia politica». Quindi lei è per un ricambio generazionale. « chiaro come, al di là della giusta questione del ricambio generazionale, diventa I decisivo, per realizzare il programma e gli obiettivi che Zingaretti si propone, che soprattutto qui a Napoli si rompa con la continuità che ha caratterizzato gli ultimi anni del Pd, portandolo all'immobilismo e all'irrilevanza. È, quindi, necessario sancire in modo inequivocabile come con la vittoria di Zingaretti vi sarà, nel Pd di Napoli, un cambio radicale di linea politica e di classe dirigente». Una nuova rottamazione. Basterà? «A parte che certi sistemi di potere interni al Pd nemmeno Renzi è riuscito a scardinare, occorre rimettere al centro della discussione congressuale temi come il lavoro, il welfare e l'integrazione: temi che sono stati oggetto del colloquio che ho avuto a Roma mercoledì con Zingaretti, con i colleghi Fiola e Chianese». Temi di sinistra, quindi. «Temi che negli ultimi anni sono stati messi in secondo piano, o dimenticati del tutto, con il risultato di far allontanare dal partito tanti napoletani, che vanno recuperati ritrovando quell'identità di sinistra da tempo smarrita». (Fonte: ad.pa. da Il Mattino)

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