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Paolo Siani |
Il fondatore del M5S Beppe Grillo, durante il suo intervento funambolico al Circo Massimo, alla festa dei CinquesteStelle, ha tirato in ballo anche le persone affette da autismo e sindrome di Asperger sollevando ben presto un polverone di polemiche. “Chi siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo – ha sostenuto il garante grillino durante il suo discorso al Circo Massimo – L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Aspenghen (sic)”. “C’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger“, ha aggiunto Grillo, spiegando che “è quella sindrome di quelli che parlano in un modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un ca… con quello che stanno dicendo, hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici”. Dichiarazioni che hanno sollevato un polverone di critiche sia da parte di associazioni a difesa dei pazienti autistici sia da parte di politici tra cui il deputato Paolo Siani (Pd) che sui social ha replicato: “Ma perché? Perché prendersela con i bambini e poi con i bambini che soffrono? Perché ? Ma che politica é questa. Trovo davvero vergognoso che un leader politico utilizzi la malattia, la diversità, la fragilità per irridere gli avversari. Che politica può immaginare una persona così?
Beppe Grillo è stato inutilmente volgare nell'associare il disprezzo per gli avversari politici con i sintomi di una malattia che colpisce tanti bambini e che crea difficoltà e sofferenze alle famiglie.
Mi aspetterei da un leader politico soluzioni, proposte per migliorare la vita delle persone e ancor di più delle persone ammalate.
Io che ho vissuto, in ospedale, il dramma e il dolore dei familiari, non riesco a sopportare la superficialità e la volgarità di battute inopportune sui bambini ammalati.
Sono convinto che si possa e si debba fare una politica senza offendere nessuno, una politica che rispetti i diritti delle persone e in particolare di quelle più deboli.
Ma, forse, su quel palco non c’era un leader politico, ma un comico che può far ridere o no, e a me sinceramente, ieri, non ha fatto ridere.”
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