«Sei giornali e tre tipografie rischiano di chiudere in Campania per l’eventuale taglio al contributo pubblico per l’editoria, centinaia di lavoratori tra dipendenti e indotto si troveranno senza occupazione. Un danno enorme al sistema dell’informazione regionale che perderebbe dei punti di riferimento storici: l’unico giornale cartaceo del Sannio, l’unico della provincia di Avellino, l’unico nella provincia di Caserta, il giornale di riferimento nell’area vesuviana, il giornale più antico del Sud dell’Italia postunitaria. Un patrimonio che rappresenta un pilastro di democrazia e di garanzia per i cittadini. I fondi per l’editoria, che costano agli italiani meno di un euro all’anno, garantiscono il pluralismo dell’informazione che, altrimenti, resterebbe nelle mani di quattro grandi gruppi editoriali. Anche altri Paesi europei finanziano i giornali e lo fanno con risorse più cospicue. È evidente che l’attacco dei Cinque stelle alla carta stampata ha solo un obiettivo, non quello di razionalizzare la spesa, ma quello di cancellare delle voci libere e un mercato, quello pubblicitario, che sarebbe dirottato sul web. Difendere il contributo pubblico non deve essere una lotta di corporazione, ma una battaglia di civiltà per garantirsi la possibilità di essere più liberi». È quanto afferma il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri. «Alcuni strumenti sono stati sperimentati con successo in questi anni. Penso alla stampa e all’editoria in lingua italiana all’estero per la quale è indispensabile il sostegno pubblico, penso alle traduzioni, alla produzione di contenuti audiovisivi, in cui può utilmente giocare un ruolo la Comunità Radiotelevisiva Italiofona». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in occasione degli Stati generali della Lingua italiana al Quirinale. Riflessioni che trovano il pieno accordo del sindacato e dell’ordine nazionale dei giornalisti. «Per l’ennesima volta – commentano Federazione nazionale della Stampa italiana e Odg – diciamo grazie al presidente della Repubblica, che ha sentito il bisogno di sottolineare l’importanza di sostenere, anche economicamente, le testate che raccontano l’Italia alle nostre comunità nel mondo.
Questa esigenza deriva dallo stesso articolo 21 della Costituzione e dall’obbligo di dare voce alle diversità politiche, sociali, civili, religiose così come previsto dalle leggi sull’editoria». Inoltre, concludono Fnsi e Ordine, «qualsiasi ipotesi di abrogazione di ogni forma di sostegno a queste realtà, così come alle testate espressioni di piccole comunità o di orientamenti culturali o religiosi, rappresenta un tentativo di colpire differenze e diversità e di consegnare la libertà di espressione o ai soliti noti o ai signori della rete che puntano a sopprimere la funzione critica e il libero esercizio della professione giornalistica».
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