Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - Salute mentale, rispunta il rischio di uno stop all’assistenza. Lo dice chiaro e tondo il consigliere regionale Alfonso Longobardi che, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera molto dura al governatore Vincenzo De Luca e al direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud Antonietta Costantini. Oggetto: trovare al più presto una soluzione che possa scongiurare il rischio di un’immediata interruzione al servizio.
Verso la chiusura
Sia chiaro: è da mesi che l’azienda sanitaria sta discutendo con i Comuni per individuare una struttura alternativa a quella di via del Mare. L’attuale presidio, per l’Asl, non è a norma e gli interventi di adeguamento, sempre nella ricostruzione del manager Costantini, non sono attuabili a stretto giro. Meglio dunque traslocare.
Come? Parte delle attività saranno trasferite al distretto sanitario della vicina Sant’Agnello mentre
i pazienti ricoverati, una decina, verranno portati in altri presidi della Campania. Prospettive che non piacciono ai parenti dei malati e ad alcune associazioni del territorio.
La lettera
Longobardi, una settimana fa, ha inviato una nota a De Luca e Costantini invitandoli a intervenire con urgenza per evitare ulteriori intoppi in penisola sorrentina. «In qualità di consigliere regionale nelle ultime settimane ho incontrato numerosi cittadini che mi hanno segnalato il rischio di interruzione della continuità assistenziale visto il crono-programma definito dell’Asl in relazione all’unità operativa complessa salute mentale di Sorrento. Secondo le ultime notizie
è previsto il trasferimento di parte delle attività presso il distretto sanitario di Sant’Agnello e lo spostamento dei pazienti ospitati nella struttura residenziale in altra sede. Come è
noto – continua Longobardi – l’unità operativa complessa salute mentale della penisola sorrentina serve una vasta fascia di cittadini in un’area che va da Massa Lubrense fino a Vico Equense dove risiedono 85mila abitanti, che nel periodo estivo visto l’alto afflusso turistico raggiungono picchi di 250mila persone. Non si può, dunque, privare un’area così vasta ed importante di un presidio assistenziale cruciale, considerando anche la particolare conformazione della penisola e le difficoltà crescenti inerenti la mobilità e i trasporti nella zona. Spostare il presidio assistenziale è alquanto problematico e al di là della disponibilità dei Comuni interessati a trovare un eventuale
altro locale dove ricollocare servizi e attività, ritengo che l’Asl e la direzione salute della Regione Campania debbano verificare ogni altra soluzione possibile al fine di evitare disagi e problemi alla popolazione residente ed a quella che nel periodo estivo accresce l’utenza della
penisola».
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