di Filomena Baratto
Vico Equense - Una crema a gianduia nata per mano di Pietro Ferrero nel 1964. Quando fu pronta le fu dato il nome, da “nut”, nocciola in inglese, con “ella” per rendere la pronuncia più dolce. Le giovani generazioni sono cresciute a pane e nutella, un elisir di felicità, una crema di nocciole e cioccolato che ha conquistato i palati di tutto il mondo. Il bicchiere o il barattolo di nutella, con su la famosa fetta di pane e lo strato di cioccolato, accanto le nocciole più belle, è diventato un manifesto di bontà. Appare su tutti gli scaffali dei nostri supermercati in bellavista, in modo da catturare gli sguardi e inibire le diete. Quanti di noi hanno affogato un pianto, un dolore, un sorriso, un pensiero, una delusione nel barattolo di nutella? I cucchiai hanno spalmato chilometri di crema, comprati nei formati maxi per addolcire tutta la famiglia. Persone a dieta negli anni non scendevano di un grammo: di giorno si governavano con brodini, di sera compensavano con la nutella. Un salvavita! Se ti trovano con un barattolo e un cucchiaio in mano, il minimo che possano pensare è che stai in un periodo nero. Mangi cioccolato a cucchiaiate? Allora sei depresso o hai la classica mancanza d’affetto ed è ora che tu finisca sul lettino a tirar fuori il male che porti dentro. E pascolavano in giro corpi lievitati che, se per un verso erano gioiosi di affogare i loro problemi nella gola, dall’altro non si accorgevano di diventare tutti figli di Botero. Di conseguenza sono iniziati gli assalti alle diete, le corse dai dentisti, il trekking, il footing, l’aerobica…
Ma cosa vuoi che sia una spesuccia medica per riparare i denti in confronto a un piacere di gola? La nutella è stato un costruttore di allargamenti di giro vite, di grasso, di pesantezza, di pigrizia. Cuori infranti, bambini sin dalla culla, giovani e meno giovani hanno cercato rifugio e protezione in lei. Il signor Pietro Ferrero conosce le responsabilità di cui si è sobbarcato con la nascita di questa sublime crema? Tutti l’abbiamo assaggiata e siamo stati soggiogati dal suo piacere. E’ sempre in dispensa e per prima usufruisce di offerte così come è la regina delle feste. Quando ormai ha fatto i suoi danni con malattie importanti, allora si è corsi ai ripari alleggerendo la crema. Ma come si fa a tradire una ricetta sempre uguale a se stessa? Il cacao, le nocciole, il latte nel tempo sono cambiati senza tradire il gusto. La Ferrero deve accontentare i palati e le indicazioni di sanità resistendo ad ogni cambiamento. Da quel lontano esperimento è diventato il marchio più affidabile in Italia e all’estero secondo i consumatori. Hanno provato a fregarci con surrogati vari ma nessuno di questi è degno di prenderne il posto. E’ diventato un fatto di costume, di cultura, di dieta. Per mangiarne un po’ servono sacrifici alimentari e ore di palestra, ma ne vale la pena. La nutella fa parte di noi, è una sorta di coperta di Linus che ci tiriamo addosso ogni volta che ci lasciamo andare. Possiamo privarci di un dolce ma non della nutella. E’ ormai un simbolo della nostra epoca. Cacao e nocciole, il più grande matrimonio nella vita dell’uomo, l’unico inossidabile, indistruttibile, longevo. Lunga vita alla nutella!
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