di Claudia Esposito
Sorrento - I fratelli Pupi e Antonio Avati sono stati gli ospiti della quarta giornata degli “Incontri internazionali di cinema” in corso di svolgimento a Sorrento. Tra amarcord e aneddoti spesso divertenti,anno ripercorso le loro carriere rispettivamente di regista e produttore, a partire dall’adolescenza e dai sogni che hanno portato alla nascita della casa di produzione “DueA film”. “Quando Pupi ha girato il suo primo film avevo 18 anni, davo una mano sul set ma non capivo molto di cinema, però volevo fare l’attore. Qualche anno dopo, io e mio fratello abbiamo iniziato a condividere gli stessi sogni” ricorda Antonio. Quindi prende la parola Pupi che avvince gli ascoltatori con il racconto dei suoi inizi: “Vendevo surgelati e avevo sposato una ragazza bellissima con cui ho fatto due figli – spiega- e il mio sogno era quello di fare il musicista. Questo fino a quando non entrai in un cinema a vedere “Otto e ½” di Federico Fellini. Così mi rivolsi ai miei amici e dissi: “Perché non proviamo a farlo anche noi?”. Qualche intoppo, naturalmente, ci fu nel passare dal sogno alla realtà: “Cercavamo un finanziatore, scrivemmo anche a Ennio Flaiano, lo sceneggiatore di Fellini che in risposta ci disse che non avremmo dovuto mai più scrivergli.
Fortunatamente un finanziatore misterioso fu poi trovato, ma il primo giorno di riprese mi confusi. Al posto di urlare sul set “motore” come dovrebbero fare i registi, mi sbagliai e dissi “ciak”. Volevo sprofondare perché tutti se ne erano accorti”. Continua così, tra un aneddoto e un altro, il racconto della cinquantenaria carriera di un regista che ha girato film con Carlo Delle Piane, Diego Abatantuono, Mariangela Melato, Alessandro Haber, Neri Marcorè, Vanessa Incontrada, Micaela Ramazzotti, solo per citarne alcuni. “Molte delle mie scelte più coraggiose sugli attori – confessa Pupi – le devo a mio fratello Antonio come nel caso di Diego Abantuono. Oggi il cinema italiano è praticamente morto perché la gente si è abituata a vedere un solo tipo di film, sempre con gli stessi cast. Si pensa solo ai numeri e nessuno si chiede se si tratta di un bel film oppure no. Noi invece, insistiamo nel fare cinema per il cinema”. Dopo oltre 50 anni di attività, infatti è in uscita il nuovo film di Pupi Avati, “il Signor Diavolo”, prodotto per Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution. L’opera, tratta dal libro omonimo scritto sempre dal regista, segna il ritorno di Avati al genere horror, con richiami alla sua opera di maggior successo, ossia “La casa dalle finestre che ridono”. “E’ un film gotico, horror, ambientato negli anni ’50 in cui abbiamo messo tanto cinema e il compendio di tutto quello che sappiamo fare” conclude il regista.
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