Vico Equense - La società proprietaria dell’ecomostro di Alimuri non dovrà restituire i 427mila euro anticipati dal Comune di Vico Equense per la demolizione del rudere, avvenuta il 30 novembre del 2014. A stabilirlo è il Consiglio di Stato, che smentisce quanto deciso nel marzo scorso dal Tar della Campania. Secondo i magistrati romani le spese per l’abbattimento dello scheletro di Alimuri, 18 mila metri quadrati realizzati a partire dal 1964 per farne un albergo di lusso da 150 camere, non possono essere addebitate alla società, che “non è responsabile dell’illecito edilizio” e “ha acquistato l’area interessata dall’abuso quando questo era stato già da tempo realizzato”. Secondo tali conclusioni, quindi, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello proposto dai legali della società. Ci sono voluti 50 anni per buttare giù il “mostro di Alimuri”. Cinquant’anni per fare scattare il detonatore di 1200 microcariche di dinamite, 12 secondi per fare sbriciolare l’ “ecomostro”. La costruzione dell’edificio si era fermata negli anni Settanta, dopo alcuni problemi giudiziari e le forti proteste dei comitati locali ambientalisti.
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