Eccolo il Grano Nostrum svettare in uno dei Campi Caputo, quello dell’azienda gestita da Franco D’Amore a Frignano, in provincia di Caserta, dove si è svolta sia la trebbiatura pubblica, con la festa del Capodanno del Mugnaio, sia la nuova stipula del patto di filiera che vede uniti, in questo progetto, i contadini, gli agronomi della Green Farm e il Mulino Caputo.
Tutti i protagonisti di questo accordo, che ha preso l’avvio cinque anni fa a Latina e che, da tre anni, è decollato in Campania per poi estendersi ad altre regioni del Sud Italia, si sono incontrati in una tavola rotonda, coordinata dal giornalista Giorgio dell’Orefice, e hanno reso noti i risultati ottenuti e illustrato le prospettive future.
“Nel 2019 abbiamo raggiunto 3 mila ettari di terreno coltivati a Grano Nostrum italiano – ha dichiarato Antimo Caputo, Ad del Mulino - consentendo di produrre più di 170 mila quintali di grano 100% italiano che, conti alla mano, permetteranno di realizzare oltre 1 milione di pizze.” E il Capodanno Del Mugnaio è stato anche l’occasione per presentare ufficialmente la nuova referenza di farina Caputo, frutto di questa selezione e denominata, orgogliosamente, “100% grani italiani”.
I vantaggi sono davvero tanti: la filiera, sostenibile sia da un punto di vista agronomico che economico, fa sì che al consumatore finale arrivi un prodotto di alta qualità, certificato, esente da impurità e selezionato in base alle differenti esigenze di utilizzo ovvero quelle di panificazione, pizzeria e pasticceria; ai contadini impegnati nel progetto si riconoscono premi alla qualità, per consentire loro di coltivare le terre in maniera ottimale. Una visione imprenditoriale molto avanzata, grazie alla quale sempre più coltivatori di grano tenero desiderano prendere parte al progetto “Campo Caputo”. Ad oggi, sono coinvolti campi presenti in Campania, con il 50% circa degli ettari coltivati, basso Lazio, Basilicata, Molise e Puglia.
Michele Meninno, responsabile della Green Farm, che ha mutuato dalla viticoltura il concetto di terroir, evidenziando l’interazione virtuosa tra varietà, territorio e microclima, ha annunciato che il prossimo obiettivo, già in fase di realizzazione, sarà quello di ottenere la Certificazione di Sostenibilità Ambientale dal Ministero dell’Agricoltura.
Intanto si è festeggiato, brindando alle 6 varietà di grano coltivate, tra le quali il Don Carmine. Non senza emozione, Carmine Caputo, ha raccontato: “Il Don Carmine non è dedicato a me, ma a mio nonno, Carmine Caputo che, nel 1924, non lontano da qui, diede inizio alla nostra attività, quella di mugnai. Noi abbiamo proseguito con passione, dedizione e serietà, fieri di aver preso il testimone e di aver condotto il Mulino Caputo verso risultati che non sono solo di fatturato ma soprattutto di etica e di attenzione verso chi coltiva la terra, e a tutela della salute di chi consuma il nostro prodotto.”
Oltre ai tanti pizzaioli venuti a sfornare centinaia di pizze per il pubblico presente, hanno partecipato ai festeggiamenti anche panificatori e pasticceri. La festa si è conclusa con la musica dei Bottari della Cantica Popolare.
[foto di Renna - De Maddi - Siano]
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