Iniziativa degli ambientalisti per deprecare pubblicamente l'inettitudine degli Enti complici del danno all'ecosistema
Castellammare di Stabia/Vico Equense - Se a rischiare non fosse l'ambiente, nello specifico i boschi del monte Faito, la gestione della "discarica di detriti" sul monte Faito sarebbe tutta da ridere. Invece non ridono i turisti e gli escursionisti quando si imbattono in quella che Wwf Terre del Tirreno e Vas hanno battezzato la "Discarica della Vergogna" innalzando uno striscione che accusa di inettitudine le istituzioni competenti per la tutela dell'ecosistema della montagna simbolo del Parco dei Monti Lattari. Lo scorso 11 luglio si è tenuto l'ennesimo incontro tra i responsabili delle Enti, negli uffici della Città Metropolitana di Napoli, per decidere il da farsi. E siccome la "soluzione" riscontrata sarebbe quella di "spalmare" appiattendo i detriti sul territorio dove erano stati "temporaneamente collocati" in aprile 2018, le due associazioni ambientaliste che non hanno mai smesso di denunciare lo scempio, si sono decise ad agire con una manifestazione che riporti l'attenzione sulla "di scarica" del Monte Faito. Sotto accusa il geologo Maurizio Conte e gli Enti complici. In una sua relazione. Conte ha certificato che il materiale depositato può essere steso in sito senza provocare alcun danno idrogeologico.
Inoltre - ed ecco la paradossale soluzione arrangiata - "al solo fine di migliorare l'aspetto estetico dei materiali si suggerisce di pareggiare la superficie, ricoprirla di terreno vegetale e piantumare essenze vegetali, affinchè eventuali futuri sversamenti di materiali di risulta, peraltro già riscontrati nel sopralluogo effettuato dallo scrivente, risultino evidenti e da non confondere con gli inerti accumulati in loco". Cioè: spalmati al suolo i rifiuti, di cui parte sono già nascosti sotto il terreno, il progetto sarebbe quello di creare un'area pic-nic con staccionate e tavolini in legno, per scoraggiare ulteriori futuri sversamenti abusivi, peraltro già constatati dal geologo che firma la relazione. Gli ambientalisti ricordano che si tratta di uno «sversamento di tonnellate di pietre, miste a materiali edili da risulta e rifiuti vari, la cui presenza ha seppellito le piante del sottobosco . L'habitat è stato alterato e compromesso assieme alla flora vascolare spontanea, erbacea ed arbustiva, e alla microfauna rappresentata da invertebrati, insetti, rettili, anfibi e piccoli mammiferi». «È bene ribadirlo qui non stiamo parlando del cortile o dell'area di sosta di un cantiere, ma di un soprassuolo boschivo di un parco naturale protetto compreso in un Sito di Interesse Comunitario ... o almeno cosi dovrebbe essere» ha spiegato Claudio d'Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno. (da Il Roma)
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