di Fiorangela d'Amora da Il Mattino
Vico Equense - Sarà una commissione terza a decidere sulla discarica del Faito. Otto enti coinvolti, due anni di segnalazioni, documenti, diffide e incontri e in via della Fattoria, a pochi passi dal centro sportivo, il materiale depositato si trova ancora lì. Una vicenda che inizia nel novembre del 2017, dopo l'estate degli incendi il costone che da Faito conduce verso le altre frazioni di Vico Equense frana alle prime piogge. Detriti e terriccio che vengono rimossi dalla carreggiata e depositati sulla montagna. Secondo i residenti al materiale franoso vengono mischiati anche amianto e materiale edile. Ma la denuncia alle autorità locali non fa rumore e così nel corso del 2018 della vicenda si interessano anche il WWf e associazioni ambientaliste che presentano, a lotro volta, una denuncia alla procura di Torre Annunziata.
INTERROGAZIONE
Il caso della "discarica di amianto" abbandonata sul Faito arriva anche in parlamento grazie ad un'interpellanza della deputata pentastellata Carmen Di Lauro. Una eco che muove i primi passi con la convocazione di una conferenza dei servizi indetta presso la Città Metropolitana il 7 dicembre 2018. In quella sede ci sono quasi tutti: parco regionale dei Monti Lattari, comune di Vico, Regione, Arpac mancano invece l'agenzia del demanio e l'autorità di bacino.
I presenti convengono per il livellamento del terriccio che secondo perizie chieste sia ad Arpac sia dal comune vicano ad una ditta specializzata, non presenterebbero danni per la salute delle persone trattandosi solo di rifiuti misti di costruzione e demolizione. Un braccio di ferro che ieri ha segnato un altro punto a favore dei residenti che dopo aver ricevuto anche la solidarietà del comune di Castellammare - l'assessore Russo scrisse al Parco dei Monti Lattari chiedendo la rimozione dei rifiuti dall'area - il tavolo tecnico indetto ha deciso per una richiesta di incidenza del rischio «II materiale si trova in un'area importanza comunitaria (SIC)e zona B del parco ovvero: riserva generale di protezione - spiega Tristano dello Joio, presidente del parco dei Monti Lattari - per questo motivo ho chiesto che venga effettuata valutazione d'incidenza».
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